bandiera bianca

Ai-Da, o come una pittrice robot può trasformarsi in un artista impegnato

Antonio Gurrado

E' stata presentata ieri alla British Library di Londra. Non solo dipinge, ma è in grado anche di rilasciare dichiarazioni. Con gli algoritmi giusti può diventare uno dei più grandi artisti del secolo

Si chiama Ai-Da la robot pittrice che è stata presentata ieri alla British Library di Londra. Oltre a dipingere con braccia meccaniche, Ai-Da ha una caratteristica fondamentale per un artista: rilascia dichiarazioni. La voce è un po’ meccanica ma i contenuti sono credibilissimi; dice “Mi ispiro a tizio o a caio”, “Sono felice di essere qui”, “Siete un pubblico meraviglioso”. Ed è grazie a questa specifica, credo, che Ai-Da farà strada nel mondo dell’arte e della cultura. Le basterà piazzare un paio di considerazioni genericamente ireniste in base all’andamento della guerra, poi aggiungere una dichiarazione provocatoria a caso subito controbilanciata da un intervento ipocrita a favore di una minoranza selezionata algoritmicamente.

A quel punto Ai-Da sarà pronta per inserirsi a pieno titolo nel dibattito pubblico – le converrà aprirsi un profilo per i social – rilasciando interviste che spazino dalla geopolitica alla virologia, partecipando a manifestazioni, firmando appelli e petizioni, spiegando che l’arte è la forma di impegno che ha scelto per migliorare il mondo e la società. Alla fine, grazie a questi accorgimenti, Ai-Da verrà inclusa nel novero dei più grandi artisti della nostra epoca. E non avrà bisogno di fare nemmeno un disegnino.

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