bandiera bianca

Distrarci mentre ci stiamo distraendo

Antonio Gurrado

La pubblicità di un videogioco di calcio durante una partita di pallone. In un'epoca in cui tutti vogliono essere protagonisti, la finzione può avere più gusto del reale

Gioca ora! Così almeno mi intima un cartellone a bordo campo mentre guardo la partita – e io, colto da un soprassalto sul divano, mi domando se mi sta intimando di togliermi le babbucce ed entrare a dare manforte.

  

Va bene che sto guardando il Bologna che va ad alti e bassi, ma antichi ricordi dell’adolescenza mi lasciano supporre che col mio intervento diretto la situazione non migliorerebbe, anzi. Poi mi accorgo che in realtà l’imperativo è volto a convincermi a praticare un videogioco calcistico ma ciò non fuga i miei dubbi, facendo anzi sorgere interrogativi ulteriori: perché dovrei cessare dal guardare una partita di calcio per mettermi alla playstation?

 

Perché qualcuno paga inserti commerciali all’interno di uno spettacolo per sabotarlo col disfattismo? Forse perché la nostra epoca, in cui tutti vogliono essere protagonisti, non tollera che si guardi dei professionisti giocare senza che possa mettersi a giocare anche un quidam dilettante, a loro imitazione virtuale.

 
Forse perché la nostra era così piena di distrazioni ci annoia al punto da farci venir voglia di distrarci mentre già ci stiamo distraendo. Forse perché il nostro reo tempo ha superato il punto di non ritorno nella confusione fra realtà e fantasia, sussurrandoci all’orecchio: perché accontentarti di una partita vera, quando puoi giocarne una falsa?

Di più su questi argomenti: