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Bandiera bianca

Political Pride. Basta discriminare i politici perché sono politici

Antonio Gurrado

Ormai è tutto un “Non ho nulla contro i politici ma…”. Ci vorrebbe una legge speciale contro la politicofobia che vieti luoghi comuni utili solo a fomentare odio

Ci vorrebbe una legge speciale contro la politicofobia. Dovrebbe colpire la discriminazione in base alle idee politiche e l’istigazione all’odio nei confronti di qualcuno per il solo fatto che è un politico. Andrebbero sanzionate le espressioni di odio e intolleranza nei confronti dei politici (o di chi si identifica come tale) dettate da radicati pregiudizi discriminatori nei confronti della categoria. Penso a beceri luoghi comuni come “i politici sono tutti corrotti”, “che schifo che fate politici” o “i politici non fanno nulla e guadagnano un sacco di soldi”; penso soprattutto ad azioni violente come il lancio di monetine, l’utilizzo del termine “casta” o l’apertura del Parlamento a mo’ di scatoletta di tonno.

 

Non nascondiamoci, siamo tutti un po’ colpevoli, magari quando diciamo “non ho nulla contro i politici ma…”, “ho un sacco di amici politici però…”. Per favorire la cultura del rispetto e dell’inclusione, si potrebbe pensare a una giornata della politica nelle scuole, in cui spiegare ai bambini i regolamenti parlamentari senza imbarazzi né ipocrisie, oppure a un corteo del Political Pride in cui politici costretti da anni a mostrarsi pubblicamente in ciabatte o a torso nudo possano finalmente mostrarsi come sono davvero, sfilando senza vergogna in doppiopetto. Sarebbe una boccata d’aria in particolar modo per l’Italia, la nazione più renzofobica d’Europa.

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