Bandiera Bianca

Perché protestare per le trasmissioni dedicate al Principe Filippo quando si poteva cambiare canale

Antonio Gurrado

La Bbc è stata sommersa di critiche per aver sostituito il consueto palinsesto del weekend con ore di tributo al Duca di Edimburgo

È indicativo che la Bbc sia stata sommersa di lettere di protesta per aver sostituito il consueto palinsesto del weekend con trasmissioni speciali di tributo al Principe Filippo. Vuol dire che non si riconosce più al lutto il diritto di stravolgere le abitudini, certo. E vuol dire anche che l’opinione pubblica reputa sia sempre tempo di intrattenimento e mai di riflessione, forse. E magari che si è definitivamente scolorito il concetto di servizio pubblico e, con esso, di priorità di interesse nazionale.

 

 

Ciò che colpisce di più è tuttavia che le proteste non siano arrivate in un contesto di monopolio televisivo – in cui chi non voleva commemorare il Principe Filippo doveva saltare dalla finestra – ma nell’apogeo della moltiplicazione e della parcellizzazione dell’offerta: ci sono canali a bizzeffe, c’è lo streaming, l’on demand, tutto in qualsiasi momento per tutti i gusti.

 

Perché quindi protestare per le ore dedicate al Principe Filippo quando si poteva cambiare canale mille volte, sintonizzarsi su Sky, connettersi a Netflix, vegetare su YouTube? Significa dare per scontato che non sia tanto rilevante guardare ciò che preferiamo ma evitare che gli altri guardino ciò che non ci piace. Le lettere di protesta ricevute dalla Bbc non sono un’insurrezione contro la monarchia ma a favore di tante piccole repubbliche, composte da una persona ciascuna.

 

 

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