Bandiera bianca

Vaccino, che emozione!

Antonio Gurrado

Ragionare di più, emozionarsi di meno

Individuato un effetto collaterale del vaccino anti-Covid: è emozionante. “Sono emozionato”, ha dichiarato ieri all’Ansa il primo vaccinato AstraZeneca nel nuovo hub di Fiumicino, con tanto di pollicione in su. Nicola Zingaretti ha dichiarato a Roma Today di essersi emozionato nel vedere gli over 80 in fila per il vaccino. “Che emozione il vaccino a mia suocera”, ha scritto qualche giorno fa una nuora sulla Stampa. Due dottoresse dell’Ospedale Maggiore di Parma hanno assicurato a Repubblica che vaccinarsi è “un momento molto emozionante”. La Fondazione Turati di Pistoia ha rilasciato un comunicato ufficiale sull’emozione per il via al vaccino nella struttura; di “emozionante giornata” parla una nota diramata dall’Istituto IRPEA. Dal Resto del Carlino al Corriere del Ticino non si contano gli articoli che cantano l’emozione del vaccino: Varese News ha preferito concentrarsi sull’emozione degli impiegati che hanno organizzato la somministrazione; Tg Padova, con scelta di nicchia, ha messo in luce la specifica emozione di chi riceve la dose di richiamo negli ospedali di Schiavonia e Cittadella.

 

Trovo molto preoccupante il vaccino emozionante, non solo perché in posti come Israele – dove per forza di cose ragionano di più e si emozionano di meno – la campagna procede molto spedita in quanto, evidentemente, non si fanno venire i vapori e non devono gestire gli svenimenti sotto le primule. E nemmeno perché emozionarsi per la punturina di Pfizer o di AstraZeneca equivale a provare ammirazione per il Voltaren o desiderio sessuale per la Cardioaspirina, simpatia per la Rinazina o nostalgia per le supposte di Glicerolo. Ma perché fra le emozioni umane fondamentali, secondo i più recenti studi, ci sono la confusione, il disgusto, la paura, l’orrore: quindi anche i no-vax si emozionano per il vaccino, e come.

  

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