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Bandiera Bianca

Se la vittima è colpevole di ogni reato

Antonio Gurrado

Una donna, maestra d'asilo, manda foto osé al fidanzato e lui agli amici. A essere licenziata è lei. La legge dello sfruttamento e quella dei giornali, che dà la colpa a chi subisce il danno 

Una maestra d’asilo ha diritto di mandare immagini osé al proprio partner? La risposta mi parrebbe piuttosto ovvia eppure, da qualche parte, deve nascondersi un qualche cavillo che rende l’argomento discutibile, o che sancisce che le maestre d’asilo sono meno libere degli altri. È successo che due anni fa una maestra piemontese abbia mandato foto e video nuda al suo ragazzo dell’epoca; costui le ha diffuse nella chat di gruppo con gli amici, il genio, e così sono arrivate non so come alla mamma di uno degli alunni della maestra.

 

La mamma solerte le ha mostrate alla direttrice dell’asilo la quale, pare, ha costretto la maestra alle dimissioni, de facto licenziandola. Adesso, con calma, sta iniziando un’indagine sulla vicenda, che dai titoli in cronaca sembra boccaccesca, da risatine e gomitate all’ultimo banco; ma che invece è una questione mastodontica che riguarda il diritto al lavoro, il diritto alla privacy, il diritto all’autodeterminazione della propria vita sessuale. Chissà quanto durerà il processo, prima di ristabilire la preminenza della legge dello Stato. Nel frattempo, per un paio d’anni, sono invalse leggi diverse.

 

La legge dell’ipocrisia, per cui chi lavora coi bambini dev’essere asessuato. La legge dello sfruttamento, per cui la vita notturna dev’essere condizionata dal lavoro diurno. La legge dei genitori, che vogliono dettare legge a scuola quando invece meglio varrebbe tenersi i figli a casa. La legge dell’opinione pubblica e dei giornali, che nel riferire la notizia calcano la mano sulla viziosità della maestra nel posare nuda e sulla sua leggerezza nello spedire le immagini al suo ragazzo: è una legge molto pericolosa, quella che fa pesare sulla vittima la colpa dei reati altrui.

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