La triste verità sulle parole di Giovanni Toti

Antonio Gurrado

Una polemica più sulla forma che sulla sostanza, in un paese che vive sempre in una specie di film catastrofico neorealista e senza eroe

    La triste verità riguardo all’uscita domenicale di Giovanni Toti è che ne è conseguita una polemica più sulla forma che sulla sostanza.

     

     

    A ben guardare, in tutto il dibattito successivo le prefiche dei social si sono messe a disquisire sulle intenzioni del dettato, sulla suddivisione delle responsabilità fra governatore e social media manager, sulle implicazioni dell’eventuale interpretazione apocalittica delle sue parole, sulla reductio ad Hitlerum e sull’eulogia della rilevanza degli anziani per la società. Di là dall’essere o meno d’accordo con lui (io non so se sono d’accordo; credo di no),

     

     

    Toti si è limitato a individuare un dato di fatto – gli anziani sono maggiormente esposti al Covid e meno rilevanti ai fini dello sviluppo economico – e a proporre una soluzione concreta. In una nazione sensata lo si sarebbe contestato confutando il dato di fatto o proponendo soluzioni alternative più efficaci. Questo però avrebbe significato lasciare da parte gli isterismi e gli isterismi, si sa, hanno il grande pregio di occultare la mancanza di idee.

     

    Toti si è comportato un po’ come quel tremendo personaggio secondario che immancabilmente, nei film catastrofici, vien su a dire le cose come stanno (“Quell’asteroide si schianterà proprio sul tetto di casa”, “Non possiamo continuare a nutrirci se tutto il cibo è avvelenato”) e come invece tutti si rifiutano di vederle in attesa di un eroe che salvi la situazione.

     

    Purtroppo però in Italia, che è una specie di film catastrofico neorealista e senza eroe, la verità non gode di ottima stampa. Funziona solo se viene tramutata in eccesso e rutto, provocazione spinta oltre i confini del paralogismo, oppure diluita e camuffata in giri di parole e strati di retorica, infilata di straforo in un inciso sottovoce; la verità ci piace come eccezione, deroga, concessione tutt’al più, non come punto di partenza per ragionare. Se viene espressa in maniera sobria e piana, scatena contestazioni e sarcasmi, cortei per strada o sul web. La triste verità sulle parole di Giovanni Toti è che cerchiamo sempre di negare la triste verità.