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Non è solo colpa dei libri se esiste la discriminazione

Antonio Gurrado

Sarebbe bello se bastasse emendare i sussidiari per sconfiggere l'innata cattiveria dei bambini, che inizia quando sono ancora analfabeti, li fa essere spietati nei confronti della bruttezza o della grassezza o della diversità

Condivido l’indignazione dell’onorevole Fusacchia riguardo al libro di scuola elementare che, negli esercizi di grammatica, presenta frasi in cui quella ragazza è troppo grassa per indossare la minigonna e quell’altra è talmente brutta che non la guarda nessun ragazzo. Per fortuna è emerso trattarsi di un sussidiario desueto e l’editore ha assicurato che le frasi incriminate sono state sostituite da qualche anno con altre più civili. Condivido meno tuttavia il meccanicismo psicologico ottimista sotteso alla replica della Ministra dell’Istruzione. La Ministra infatti ha colto l’occasione per ribadire che la scuola deve restare vigile sui contenuti dei libri, altrimenti in futuro sarà come oggi che sui social le donne vengono insultate e aggredite verbalmente (non solo sui social e non solo verbalmente, purtroppo; e non solo le donne). Davvero, mi piacerebbe che bastasse emendare i sussidiari per sconfiggere l'innata cattiveria dei bambini, che inizia quando sono ancora analfabeti, li fa essere spietati nei confronti della bruttezza o della grassezza o della diversità e si evolve nella più sofisticata, sottile e ipocrita cattiveria degli adulti.

 

Ho però due perplessità che mi tormentano. La prima è che, di quand’ero piccolo, ricordo fior di libri di testo finalizzati al superamento della discriminazione razziale e alla fratellanza fra i popoli; be’, nonostante i meritevoli sforzi didattici ed editoriali, non mi sembra che i miei coetanei siano oggi meno razzisti e più inclini alla fratellanza di prima, e di quest’involuzione non mi faccio capace. La seconda perplessità è ancora peggiore. Mi fa paventare un futuro in cui qualcuno insulterà o aggredirà qualcun altro, donna o uomo, grasso o magro, verbalmente o fisicamente, e quando gli si chiederà ragione del suo gesto risponderà di averlo fatto perché sul sussidiario delle elementari c’erano esempi offensivi di proposizioni consecutive. Allora si dirà che è tutta colpa della scuola e la responsabilità individuale andrà a farsi benedire.

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