Un'immagine di Shining

La cosa che spaventa più gli italiani? Gli italiani stessi

Antonio Gurrado

La classifica delle paure più diffuse nel nostro paese ritrae la smorfia di terrore di chi si guarda allo specchio

Buio, volare, cani, malattie, guidare, sangue, buchi, solitudine, topi, persone, futuro, mare, ragni, dentista, aghi, vuoto, donne, cambiamento, vento, viaggiare, serpenti, piedi, clown, bambole e perdere il lavoro. Delle venticinque paure più diffuse fra gli italiani secondo un’indagine Coop, ne condivido ventiquattro (i piedi non mi dispiacciono) e probabilmente, se scorressi ulteriormente la classifica, scoprirei di nutrirne molte di più poiché, notoriamente, la fifa si autoalimenta. Se però cercate di leggere questa lista non dal versante soggettivo bensì da quello collettivo, come ritratto di una nazione tremebonda, vi accorgerete di qualcosa di strano. Ma come, gli italiani abitano in una penisola e hanno paura del mare? Sono tutti automuniti e hanno paura di guidare? Elevano Beppe Grillo ad autorità morale e hanno paura dei pagliacci? Votano populista e hanno paura delle persone? Vogliono riconoscere diritti umani ai quadrupedi e hanno paura dei cani? Voltano gabbana ogni due per tre e hanno paura del cambiamento? Mollano i nonni all’ospizio e hanno paura della solitudine? Mah. Qualcosa non quadra e, per farlo quadrare, l’unica ipotesi è che gli italiani più di ogni cosa abbiano paura degli italiani stessi. La classifica delle paure più diffuse ritrae la smorfia di terrore di chi si guarda allo specchio; così, in effetti, ha senso che una nazione a forma di stivale abbia paura perfino dei piedi.      

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