Perdere se stessi nell'oscurità (a patto che sia accesa la luce)

Antonio Gurrado

Un'escape room ambientata in un mondo di tenebra è stata chiusa. Perché era troppo buia

La procura di Milano ha disposto il sequestro di alcuni locali in periferia che erano stati adibiti a escape room. Pare non rispettassero le regole di sicurezza; in particolare, contravveniva alle norme antinfortunistiche la circostanza che questo gioco horror si svolgesse al buio. Se non che l’escape room in questione (allestita e prenotata ma mai utilizzata) risultava ambientata in un abisso, cito testualmente, “un regno delle tenebre in cui perderete voi stessi e vi ritroverete nell’oscurità”. Il buio era dunque precondizione indispensabile del gioco, come sapevano a priori i futuri partecipanti e i figuranti scritturati per spaventarli nelle tenebre. Ma la lettera della sicurezza ha prevalso sullo spirito dell’avventura e, se mai i locali riapriranno, finirà che ai giocatori adulti e consenzienti sarà concesso di perdere se stessi nell’oscurità solo a patto che sia accesa la luce; in attesa che ai loro figli sia permesso di giocare a mosca cieca senza benda, a nascondino in ampi spazi aperti e di andare in bicicletta solo se priva di ruote.

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