Fate cantare Levante. Ma senza pubblico

La curia di Lecce ha deciso di impedire alla cantautrice di cantare nella piazza del Duomo. Perché si può essere favorevoli e allo stesso tempo contrari alla decisione

Antonio Gurrado

Sono favorevole e contrario alla decisione della curia di Lecce di impedire a Levante di cantare nella piazza del Duomo

 

Sono contrario perché la scelta episcopale è stata motivata col fatto che Levante avrebbe cantato una canzone reputata irriverente, ovvero "Gesù Cristo sono io": il testo però identifica le sofferenze di una donna vittima di violenza con le sofferenze di Gesù, il quale nel Vangelo consente e incoraggia tale identificazione quando argomenta che chi fa del male a qualcuno fa del male a Gesù stesso.

 

Sono tuttavia anche favorevole al rifiuto perché la gente, quando va ai concerti, non ragiona. Di questo testo non semplice sarebbe quindi arrivato solo il messaggio contenuto nel titolo, pericolosamente equivocabile in questi tempi di eccezionalismo spinto, in cui uno dei principali motivi di irreligiosità e di mancanza di rispetto per l'altro è la protervia con cui ci si sente speciali e si rifiuta di riconoscere l'insegnamento di qualcuno di più grande, diventando ciascuno il Gesù di sé stesso. Sotto questo aspetto, dunque, "Gesù Cristo sono io" rischia di raggiungere nel calderone dei fraintendimenti canzoni come "Dio è morto" e "L'Agnello di Dio", che sono state ridotte da riflessioni profonde a provocazioni birichine; non per colpa di chi canta ma per colpa di chi ascolta. Sono favorevole e contrario quindi propongo una soluzione di compromesso: far esibire Levante, però senza pubblico.

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