Le femministe davanti alla cattedrale di Perugia

Le “litanie della vulva”, in fondo, non sono una cattiva notizia

Antonio Gurrado

Flash mob di un gruppo di femministe davanti alla cattedrale di Perugia. Il cardinale Bassetti, giustamente, si indigna. Ma la protesta denota una cultura ragguardevole

Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia, a buon diritto si è indignato, però a leggerla fra le righe la storia delle litanie della vulva recitate da militanti femministe dinanzi alla cattedrale del capoluogo umbro non è poi una così cattiva notizia. Anzitutto perché la protesta delle femministe - riprese e diffuse su Whatsapp mentre salmodiavano "vulva umidissima, godi con noi; vulva extralarge, godi con noi" - denota una cultura ragguardevole: certo avevano in mente, se non d'Annunzio col suo "rosa linguatica, glube nos", quanto meno i sonetti caudati di Giorgio Baffo in cui un abate esorta le monache a laudarne el casso. Sarebbe stato molto istruttivo poterle interrogare riguardo al retroterra letterario del loro esercizio di stile. Inoltre la manifestazione denota una certa qual competenza teologica: giustamente le femministe, dovendo elogiare una parte del corpo così delicata, si sono rivolte all'unica religione che dia tanta centralità al corpo femminile, al grembo che viene nobilitato dalla possibilità di accogliere un mistero. Questo spiega, ad esempio, perché non sono andate a recitare litanie del genere - "vulva depilata, vulva odorosa, vulva bagnatissima" - davanti a una moschea. Infine, e soprattutto, questa manifestazione è una buona notizia perché, se le dimostranti non erano più di venti e ci hanno messo una settimana a far arrivare la loro provocazione sui giornali, be', vi sembra che ci sia da preoccuparsi?

 

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