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Nostalgia o canaglia? Il saluto romano non è reato, se commemorativo

Antonio Gurrado

La Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione di due esponenti di CasaPound: “Libera manifestazione del pensiero”  

La Corte di Cassazione ha stabilito che il saluto romano non costituisce reato se praticato con intenti commemorativi dell'epoca fascista, mentre costituisce reato se sottintende un intento violento ovvero ostile all'ordinamento democratico. Vedete dunque come il semplice gesto di sollevare un braccio teso possa contenere, entro il medesimo complicato marchingegno muscolare attivato dal nostro cervello, gli opposti e inconciliabili sentimenti dell'odio e della nostalgia. Apparentemente indistinguibili, il saluto romano nostalgico comporta innocenza mentre il saluto romano aggressivo comporta colpevolezza; ieri infatti il pronunciamento della Corte ha confermato l'assoluzione di due esponenti di CasaPound accusati di braccio poco flessibile. In costoro dunque, ha sancito la Cassazione, il braccio teso non esprimeva tanto desiderio di manganellare quanto invece desiderio di ballare il charleston. Vedete anche come abbiano sbagliato tutto, ma proprio tutto, quegli ingenui che, dopo avere legato mani e piedi un esponente palermitano di Forza Nuova e averlo pestato, hanno giustificato il proprio gesto diramando un comunicato in cui si parla di "colpi ben assestati dall'antifascismo", anziché rivendicare di avere agito spinti solo e soltanto da un'incontrollabile, prepotente nostalgia per i favolosi e scatenati anni Settanta.