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Accade in Via Fani

Maurizio Crippa

All'epoca dei nuovi scontri tra fascisti e antifascisti, la profanazione del luogo in cui morirono 5 agenti della polizia e fu rapito Moro può sembrare un'inezia. Ma non lo è per niente

Nel paese in cui per le strade hanno ricominciato a picchiarsi e accoltellarsi fascisti e comunisti (che cacofonia da anni 70 è “il fascismo dell’antifascismo”, andrebbe abolita) può sembrare una caccola minore che qualcuno abbia scritto “A morte le guardie” in via Fani a Roma, dove furono uccisi dalle Br cinque agenti di polizia. E ci abbiano disegnato delle svastiche, sul basamento di cemento della lapide, perché gli imbecilli senza memoria non sanno che quel luogo e quella strage non sono cosa loro, dei nazisti, nemmeno nell’immaginario. Ma qualcuno con qualche anno in più si ricorda ancora dov’era e cosa stava facendo, la mattina di quel 16 marzo 1978 in cui rapirono Aldo Moro. E da quella caccola minore può, o almeno dovrebbe, sentirsi disgustato o ferito. Anche più disgustato che dai quarant’anni di processi e commissioni parlamentari e rancori e alibi e non detti e non chiariti che sono trascorsi. Perché fascisti e comunisti forse davvero non saranno la nuova emergenza nazionale. Ma ricordarsi le cose, questo è urgente. Ecco, tutto qui. Ma valeva qualche riga sul giornale.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"