Nicki Minaj ha ucciso l'erotismo

Antonio Gurrado

La cantante immortalata sulla copertina di Paper, in posa provocatoria, certifica che l’amore libero e trasgressivo reso accettabile in società punta alla totale eliminazione del proibito, del mistero, dell’altro

Non riesco a staccare gli occhi dalla copertina del nuovo numero di Paper e non per i motivi di cui facilmente mi taccerete – no, non perché riporta Nicki Minaj seduta a gambe larghe in topless mentre un’altra Nicki Minaj l’accarezza lascivamente nei pressi del copricapezzolo e una terza Nicki Minaj è già carponi con la lingua di fuori, non sto a indagarne lo scopo. Guardo e bisguardo la copertina del magazine newyorchese e, apprendendo dalla didascalia che gli accessori di una Minaj sono di Giorgio Armani, quelli della seconda signora Minaj sono di Yves Saint-Laurent e quelli della terza signora Minaj sono di Nene L.A. Shiro, mi accorgo che di fronte a me luccica un’eclatante epifania dei sentimenti attuali. Questo “Minaj à trois”, come recita il titolo, propone una posa espressamente pornografica ma pudicamente coperta in ogni centimetro quadro di pelle che possa risultare sensibile, come si confà a un’epoca che si vanta del libertinaggio ma teme che tutto possa diventare offensivo. Lo sconcio terzetto è in posa provocatoria (altre seguono nelle pagine interne) non con l’obiettivo di procurarsi piacere bensì di ostentare lusso, e facendosi ammirare in plastica apertura intende addomesticare quel po’ di lurido inconfessabile che può essere rimasto al nostro immaginario. Soprattutto, la copertina di Paper certifica che l’amore libero e trasgressivo reso accettabile in società punta alla totale e definitiva eliminazione del proibito, quindi del mistero, quindi dell’altro: e infatti la copertina mostra Nicki Minaj che accarezza Nicki Minaj leccata da Nicki Minaj in un vortice di autoerotismo senza più erotismo, solo solipsismo.

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