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Preparatevi: l'8 marzo le donne di tutto il mondo incroceranno le braccia

Antonio Gurrado

La Festa della donna quest'anno sarà anti-neoliberista, annuncia un gruppo di femministe

Speravo di cavarmela con un mazzolino di mimose e invece apprendo che l'8 marzo le donne di tutto il mondo bloccheranno ponti e strade, presidieranno le piazze, boicotteranno il boicottabile, si asterranno dal lavoro e dal sesso sia che le due attività siano distinte sia che coincidano. Lo annunciano formalmente, con un comunicato, tre docenti universitarie di filosofia, due di storia, una di studi di genere, una di studi africani e un'attivista del fronte popolare per la liberazione della Palestina. Parlando in rappresentanza di circa tre o quattro miliardi di persone, queste sette accademiche e mezza spiegano che il subbuglio globale è improrogabilmente reso necessario non solo dall'occasionale protesta contro Trump, ovvero contro la sua politica misogina, omofoba, transfoba e razzista, ma anche da un secolare errore del femminismo: avere difeso i diritti delle donne.

 

Il nuovo femminismo universale deve invece opporsi non solo alla discriminazione delle donne ma anche a quella degli omosessuali e dei transessuali, nonché alla discriminazione degli immigrati, dei carcerati, dei musulmani e dei salariati, conducendo quindi a un movimento femminista onnivoro di matrice antirazzista, antiimperialista, antieterosessista e – sorpresa – antineoliberista. La violenza sulle donne, prosegue infatti il comunicato, non è solo domestica ma viene praticata anche dal mercato, dal debito, dalle relazioni capitalistiche di proprietà e dallo Stato. Quest'anno dunque la festa della donna segnerà l'inesorabile passaggio dall'individualistico “L'utero è mio e me lo gestisco io” al collettivistico “Isteriche di tutto il mondo, unitevi”.

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