(foto LaPresse)

Nudisti sì, burkini no: il doppiopesismo francese (ed ecologista) sulle libertà personali

Antonio Gurrado
A Parigi, è stata depositata in consiglio comunale una proposta per istituire un parco nudisti in città. Per gli ecologisti infatti è necessario che una "porzione di spazio aperto sia dedicata" a questa pratica in quanto esiste comunità nudista di milioni di persone, diffusa in molte metropoli e senza un suo spazio.

Intanto, a Parigi, è stata depositata in consiglio comunale una proposta per istituire un parco nudisti in città. Non si sa ancora se sarà a Vincennes o al Bois de Boulogne, né se riguarderà l'intera area verde o, più verosimilmente, solo una parte; di certo per ora c'è solo una lettera, consegnata all'assemblea dal gruppo ecologista, che spiega l'esigenza con serena lucidità e viene infatti guardata con favore da un buon numero di consiglieri.

 

Sintetizzo il ragionamento. Considerata l'esistenza di una comunità nudista di milioni di persone, considerata la diffusione del nudismo in varie metropoli del mondo, considerato che a Parigi non ci sono luoghi pubblici in cui sia consentito star nudi, allora è necessario – scrivono gli ecologisti – che una porzione di spazio aperto sia dedicata alla pratica del nudismo. Siete d'accordo? Io sì; solo che quest'iniziativa non mi sembra combaciare alla perfezione col ragionamento sul burkini. In fondo, a Parigi non ci sono luoghi pubblici dove sia consentito indossarlo, per quanto sia diffuso in varie metropoli del mondo e presso una comunità di milioni di persone.

 

Quindi dov'è la discriminante? Si annida nel primo punto della lettera dei consiglieri ecologisti, ove rivendicano che il nudismo “è un modo di vivere in armonia con la natura favorendo il rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente”. Anche un'indossatrice di burkini potrebbe obiettare che così pudica favorisce il rispetto di se stessa e degli altri; ma le risponderebbero, temo, che si copre solo per bieco monoteismo, senza mostrare alcun rispetto all'ambiente né adeguarsi all'armonia della natura, che è invece il nostro modo elegante di diventare panteisti.

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