Rep. ripubblica Rodotà sulle unioni civili uscito un mese fa e nessuno se ne accorge

Antonio Gurrado
"Per un errore nell’invio del 'file', ieri è stato pubblicato un vecchio commento di Stefano Rodotà che non rifletteva gli ultimi sviluppi del dibattito sulle unioni civili". è stato prontamente ripreso dai militanti arcobaleno, ma non importa se l’abbiano copia-incollato senza leggerlo la prima o la seconda volta o entrambe...

Repubblica è un giornale paginoso quindi al distratto sfogliatore può sfuggire qualche dettaglio. Ad esempio la postilla in bel corsivo che si affaccia timida in coda alle lettere dei lettori: "Per un errore nell’invio del 'file', ieri è stato pubblicato un vecchio commento di Stefano Rodotà che non rifletteva gli ultimi sviluppi del dibattito sulle unioni civili. Niente di grave. Sono cose che capitano ma che di rado risultano così illuminanti.

 

Già uscito a gennaio, l’articolo è tornato in edicola come nuovo ed è stato prontamente ripreso dai militanti arcobaleno, ma non importa se l’abbiano copia-incollato senza leggerlo la prima o la seconda volta o entrambe; né importa se davvero Rodotà abbia spedito una mail con l’allegato erroneo o se abbia creduto di avere solo scritto il pezzo senza spedirlo, o di averlo cogitato senza averlo scritto, o se invece abbia scelto di riscriverlo pari pari perché fermamente convinto delle proprie opinioni.

 

[**Video_box_2**]Un articolo di Rodotà è sempre valido perché ricircola la propria autorevolezza, si autoalimenta dandosi ragione pertanto sancisce verità incrollabili compiaciute di basarsi su idee talmente giuste da farne passare inosservata la clonazione indefinita. Questo superamento della diacronia incarna la rivendicazione su cui il pezzo si chiude: la giustizia ha il “dovere di sottrarre i diritti fondamentali alle vicissitudini della politica” così come Rodotà, per dare l’esempio, li ha sottratti alle vicissitudini delle rotative.

Di più su questi argomenti: