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Vaccini e presunzione d'innocenza

Redazione
Il caso di Torino e il contagio da sensazionalismo mediatico

Pochi giorni fa a Torino una bambina è morta nella culla, poco dopo l’ultima poppata. La madre l’ha trovata senza vita e i sanitari non hanno potuto fare nulla per rianimarla. I giornali hanno riportato la notizia legandola ai vaccini: la bimba era stata sottoposta il giorno precedente alla vaccinazione esavalente e l’Asl dopo la tragedia ha ritirato, secondo prassi, i lotti del vaccino utilizzato. “Bambina muore dopo il vaccino”, “Bimba muore a due anni in culla mesi dopo il vaccino”, sono stati i titoli dei giornali. In realtà le due cose non sono affatto legate, se non da una coincidenza temporale. La piccola è morta dopo l’esavalente ma non a causa del vaccino, come è morta dopo la poppata ma non a causa dell’allattamento. La conferma è arrivata pochi giorni dopo dall’autopsia, il medico legale ha attestato che il decesso è avvenuto per la cosiddetta “Sindrome della morte improvvisa del lattante” (Sids), meglio conosciuta come “morte in culla”. Colpisce circa un bambino su duemila, nei primi mesi di vita, quindi molto spesso compare dopo aver fatto una vaccinazione, ma non vi è alcun rapporto di causa-effetto, esattamente come non c’è con l’allattamento. Su questo punto la ricerca scientifica ha effettuato diversi studi molto ampi e concordi che rilevano come l’incidenza della Sids è uguale sia prima che dopo la vaccinazione, quindi i vaccini non c’entrano.

 

Si è parlato molto delle uscite senza senso in tv di Red Ronnie sulla pericolosità dei vaccini e sull’inesistente legame con l’autismo, ma se c’è un preoccupante calo delle vaccinazioni non si può addossare tutta la responsabilità ai deliri di un dj stravagante. Anche la stampa ha le sue responsabilità nell’offrire notizie sensazionalistiche, che alimentano panico e preoccupazione mettendo a rischio la salute e la vita di tanti altri bambini. Due anni fa l’allarmismo ingiustificato sul Fluad provocò un calo delle vaccinazioni antinfluenzali e costò la vita a centinaia di persone. Un po’ come accade con i processi penali, i giornali sbattono gli accusati in prima pagina e poi li relegano in un trafiletto a pagina 23 quando vengono assolti. Rovinare ingiustamente la reputazione non è mai una bella cosa, in questo caso è molto più grave: i vaccini sono innocenti.

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