Lasciare che gli affamati rubino il cibo non è accettabile

Redazione
Il caso del nomade scagionato dalla Corte di Cassazione per aver rubato del cibo visto dall'America.

I fatti: un cittadino ucraino di trent'anni senza fissa dimora venne beccato a rubare nel 2013 cibo per poche decine di euro. Un caso come tanti, se non fosse per quanto deciso dalla Corte di Cassazione: la sentenza lo ha scagionato, giustificando il gesto in virtù della sua indigenza.

 

La sentenza non è passata inosservata in Italia ed è stata spunto di dibattito anche per l'opinione pubblica americana. L'opinionista di Bloomberg View Leonid Bershidsky ha sottolineato come queste concesse dalla giustizia italiana al cittadino ucraino "sono un'esibizione di carità umana magari lodevole, ma che rischia addirittura di essere dannosa, a meno di essere recepita dalle politiche della comunità-Stato".

 

Una giustificazione giuridica alla sentenza, sostiene Bershidsky, può essere forse individuata nel principio "ad impossibilia nemo tenetur" ("Nessuno può essere costretto a fare l'impossibile"). Si tratta di un principio risalente al diritto latino che trova assai raramente una concreta attuazione nella giurisprudenza contemporanea, nei casi eccezionali in cui non vi sia modo di dare attuazione a un principio legalmente valido. I casi di clemenza non sono certo inediti, né limitati all'Italia, e spesso non arrivano nemmeno alla fase di delibera delle corti. L'opinionista cita alcuni casi più o meno noti, ma sottolinea come di norma gli indigenti vengano comunque sanzionati dalla legge per i furti commessi.

 

Stando a un rapporto del 2015 dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), 15 milioni di persone che vivono nei paesi industrializzati sono malnutrite. Un dato in netto calo se si confronta il dato con quello del 1992: erano 20 milioni. Bershidsky collega questa indigenza all'inefficienza sistemica e dell'eccesso di regolamentazioni e sottolinea come i governi potrebbero risolvere entrambi i problemi, ad esempio studiando redditi minimi di cittadinanza, semplificando e snellendo i sistemi di welfare, o garantendo ai cittadini condizioni minime di sostentamento.

 


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