Ryke Geerd Hamer, il medico tedesco radiato dalla professione che pensa di poter curare il cancro con la medicina naturale

“Perdono e omeopatia anti cancro”. Il metodo Hamer fa vittime e proseliti

Luciano Capone
“Ciao Germana, ti mando un aggiornamento: il neo non migliora. E’ ancora più gonfio, sanguina, ha un cattivo odore, mi fa male ed è sempre più brutto". La cura prescritta dal medico consiste in goccine omeopatiche (in pratica acqua).

Roma. “Ciao Germana, ti mando un aggiornamento: il neo non migliora. E’ ancora più gonfio, sanguina, ha un cattivo odore, mi fa male ed è sempre più brutto. Io vorrei che si seccasse e cadesse come una crosta, ma forse non ho capito niente dei segnali che arrivano e lui peggiora. Penso che devo subito scrivere al mio ex perché così guarisco”. Sono le parole che Marina L., una donna malata di cancro, scrive al suo medico di base, la dottoressa Germana Durando che la cura con le teorie antiscientifiche della “Nuova medicina germanica” e l’omeopatia. “Cosa stai prendendo come rimedio omeopatico? Ci vediamo presto, intanto tu lavora sul perdono e cerca di incontrare il tuo ex: è lui il tuo punto di svolta”.

 

La cura prescritta dal medico consiste in goccine omeopatiche (in pratica acqua) e sul superamento del trauma psicologico (la rottura con l’ex fidanzato) che sarebbe la vera la causa del melanoma. Naturalmente una terapia così insensata non ha funzionato e quel neo da pochi millimetri, che poteva essere facilmente asportato, è diventato una massa tumorale di 11 centimetri che ha riempito il cervello di metastasi e ha condotto la donna a una dolorosa morte.

 

Come racconta Repubblica, che ha seguito dall’inizio la vicenda, la morte di Marina ora è oggetto di un’inchiesta della procura di Torino, in cui la dottoressa Durando è accusata di omicidio colposo aggravato e soppressione di atto pubblico, per la sparizione della cartella clinica della paziente. Ma quello di Marina non è il solo caso, secondo l’Ordine dei medici di Torino ce ne sarebbero almeno altri due e potrebbero essere decine le vittime in tutta Italia dei seguaci del “metodo Hamer”.

 


Il metodo Hamer si basa sulla convinzione di poter curare il cancro con la medicina alternativa.


 

Lui è Ryke Geerd Hamer, un medico tedesco ora radiato dalla professione, padre di Dirk Hamer, il giovane ucciso nel 1978 da un colpo d’arma da fuoco che l’accusa riteneva sparato da Vittorio Emanuele di Savoia (poi assolto). La morte del figlio e la sua agonia, durata diversi mesi, hanno un ruolo fondamentale nell’elaborazione delle sue teorie. Ryke Hamer si ammala di cancro al testicolo, da cui si salva grazie a un intervento chirurgico, ma dopo quest’episodio inizia a ritenere che le malattie siano causate da traumi psicologici (nel suo caso la morte del figlio) e che la cura passi dalla risoluzione di questi “conflitti biologici”.

 

Da qui inventa la “Nuova medicina germanica” che si basa su “Cinque leggi biologiche”, tutta spazzatura scientifica che Hamer sperimenta sulla sua prima vittima, la moglie, ammalata di cancro che morirà per non essere riuscita a superare il “conflitto”. L’inconsistenza della teoria hameriana non ne impedirà la diffusione, nonostante l’espulsione dall’ordine dei medici e una serie di condanne in mezza Europa (ora è latitante in Norvegia). “Il metodo Hamer non ha nessuna plausibilità scientifica – dice al Foglio Salvo Di Grazia, medico e divulgatore scientifico con il blog Medbunker – Si tratta di teorie deliranti. All’inizio mi chiedevo come si potesse credere a cose del genere, con il tempo ho capito che è possibile tra disperazione, ignoranza, internet e abilità del truffatore. Inoltre quelli come Hamer vivono in un mondo complottista”.

 

Chi si è occupato del “metodo Hamer” con un’inchiesta durata anni, raccogliendo dati, documenti, sentenze e testimonianze (sul sito “Dossier Hamer”), è un giornalista, Ilario D’Amato, che si è avvicinato alla “Nuova medicina germanica” in maniera casuale: “All’epoca ero iscritto al meetup di Beppe Grillo – dice al Foglio – e avevo visto un topic con migliaia di commenti che diffondeva questa pericolosa cura contro il cancro. Me ne sono interessato e ho scoperto che si trattava di una cura criminale.

 

Ci sono testimonianze di pazienti che nelle sue cliniche illegali sbattevano la testa contro il muro per i terribili dolori, visto che Hamer proibisce l’uso della morfina. Al fatto di aver seguito questa pseudocura si imputano almeno 140 morti in tutta Europa. Considerando i suoi adepti saranno migliaia. Ma tante storie restano nascoste proprio perché i malati muoiono in solitudine e tra atroci sofferenze. Spesso non parlano neppure i congiunti, perché la teoria hameriana li indica all’origine del ‘conflitto’ e alimenta in loro il senso di colpa”.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali