Il ripudio degli ebrei

Redazione
Il 27 gennaio indossiamo la kippah contro il pilatismo dell’Europa

E’ dunque arrivato, nelle conclusioni del Consiglio degli Affari esteri dell’Unione europea, il documento di cui ha scritto ieri il Foglio e che stabilisce il principio che “tutti gli accordi tra Israele e l’Ue dovranno inequivocabilmente ed esplicitamente indicare l’inapplicabilità nei territori occupati da Israele nel 1967”. Una dichiarazione talmente ostile allo stato ebraico da spingere i ministri europei a specificare che “non si tratta di un boicottaggio di Israele”. Invece lo è, eccome: dopo aver marchiato i prodotti israeliani con lo stigma di “made in Territori occupati”, adesso l’Europa decide a tavolino che Israele “occupa” il proprio stesso territorio, quello della guerra del 1967 che dovrebbe essere oggetto di negoziati con i palestinesi e non di decisioni unilaterali.

 

C’è una strana sincronia di tempi e segni: mentre l’Europa rimuove le sanzioni alla Repubblica islamica dell’Iran, che festeggerà la Giornata della memoria in Europa (27 gennaio) con un altro concorso di vignette irriverenti sulle camere a gas, la stessa Europa si appresta a celebrare la Giornata della memoria imponendo altre sanzioni, altra solitudine, allo stato degli ebrei. Il 27 gennaio, Papa Francesco, benemerito, andrà in moschea a Roma a omaggiare l’islam, le cui frange radicali sono impegnate nella distruzione di Israele. Noi del Foglio indosseremo una piccola kippah, la regaleremo pure ai nostri lettori: una testimonianza contro quest’aria pilatesca di ripudio degli ebrei che tira in tutta Europa.

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