Papa Francesco (foto LaPresse)

Perché il sempre mediatico Francesco è censurato sull'amnistia

Redazione
Il Papa dice la sua sulle carceri, ma non è in sintonia con gli interessi elettorali e con le pulsioni giustizialiste, perciò viene sostanzialmente occultato.

I grandi giornali ci hanno abituato a una costante esaltazione dello spirito umanitario e pacifista delle esortazioni di papa Francesco. Qualche volta, specialmente se l’esaltazione viene da tribune laiciste, questo suscita qualche interrogativo e qualche dubbio sulla possibile strumentalizzazione politica delle affermazioni che hanno ovviamente prima di tutto un significato religioso. Appare quindi davvero singolare che il recente appello del Pontefice per l’emanazione di un’amnistia sia stato ignorato o sottaciuto. Questa volta l’appello, che nasce dall’invito alla misericordia e dalla denuncia delle condizioni dei carcerati, ha un destinatario esplicitamente politico, essendo rivolto ai governi di tutto il mondo. Però, siccome non è in sintonia con gli interessi elettorali e con le pulsioni giustizialiste, è stato sostanzialmente occultato.

 

Nei periodi di difficoltà lo spirito pubblico non è incline al perdono e alla clemenza, prevale un atteggiamento vendicativo che Alessandro Manzoni aveva magistralmente condensato nella frase pronunciata durante i tumulti milanesi del Seicento: ”Impiccarli, impiccarli e salterà fuori pane da tutte le parti!”. Proprio perché il clima è questo, è particolarmente lodevole l’iniziativa di papa Francesco, che dovrebbe indurre a una riflessione e avviare almeno un confronto pubblico.

 

La condizione carceraria in Italia è particolarmente deplorevole, anche Sergio Mattarella ne ha indicato il carattere incompatibile con il livello civile di una democrazia matura. Un gesto di clemenza sarebbe utile e l’occasione del Giubileo della misericordia appare propizia. Naturalmente esistono anche comprensibili obiezioni, che però dovrebbero essere discusse e superate, come invita a fare il Pontefice.

 

Quello che invece è proprio un segno di ipocrisia insopportabile è censurare il Papa per non affrontare una questione reale anche se complessa e impopolare.

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