Il leader laburista Ed Miliband (foto LaPresse)

Perché le turbo-imprese della City bocciano il Labour 

Alberto Brambilla

Sondaggio di City a.m. di febbraio rivela: solo il 7 per cento voterebbe il partito di Miliband, 71 per cento con Cameron

La relazione tra i laburisti e le imprese a maggiore crescita e più produttive della Gran Bretagna sta diventando particolarmente travagliata. Il sondaggio del quotidiano free-press della piazza finanziaria inglese, City a.m. in collaborazione con lo studio legale Mishcon de Reya, stamattina rivela che nel mese di febbraio il 7 per cento delle cento aziende selezionate affiderebbe il governo alla sinistra di Ed Miliban e di Chuka Umunna alle elezioni generali del prossimo maggio. Le intenzioni di voto pendono a favore dei conservatori di David Cameron per i quali voterebbe il 71 per cento degli intervistati.

 



 

 

Le risposte sono ovviamente variegate. Il dato avverso al Labour comunque non deve sorprendere viste le recenti polemiche verso Ed Miliband, percepito come incapace di comprendere le istanze del grande business dopo gli attacchi al capo di Alliance-Boots, Stefano Pessina, e la querelle che è seguita.

 



 

 

La pressione fiscale è la principale preoccupazione. Il 24 per cento degli intervistati chiede tasse su consumi e imprese più basse. Altre istanze sono sempreverdi come una riforma urgente del mercato del lavoro. Altre invece sono critiche verso i conservatori, in particolare la richiesta di visti per immigrati meno stringenti per attrarre talenti dall'estero. Le attuali politiche del governo Cameron sembrano andare in senso opposto.

  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.