Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Sei stato nominato

Non solo Quirinale. Cosa ci guadagna il Cav. con il nuovo patto sul Italicum

Claudio Cerasa

Controllo del partito, anestesia di Alfano, bipartitismo e altre clausole importanti. Radiografia di un accordo (con scenario).

Roma. C’è l’aspetto tattico, naturalmente, e non c’è dubbio che tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi c’è anche quello: io Berlusconi prendo te Renzi come mio legittimo speso, ti offro la mia dote, ti porto i miei voti perché tu senza di me non avresti la forza di importi al Senato; e tu in cambio mi dai la possibilità di utilizzare il mio potere di veto per decidere il prossimo presidente della Repubblica. C’è l’aspetto sotterraneo, poi, è ovvio, e non c’è dubbio che tra Renzi e Berlusconi ci deve essere stata da qualche parte una qualche promessa per una qualche agibilità politica futura (anche se il Cav. sa che sul terreno degli accordi e delle promesse Renzi è persino più furbo di lui, e con i bluff non scherza). C’è l’aspetto culturale, ovvio, e non c’è dubbio, infine, che tra Renzi e Berlusconi, rispetto al tema della legge elettorale, ci sia anche questo: che palle i piccoli partiti che condizionano la vita dei grandi partiti, mettiamoci d’accordo noi e proviamo a dare al paese una forma non solo bipolarista ma persino bipartitica. Modello americano, oh yea. C’è tutto questo, ovviamente, nella scelta di Berlusconi di prestare fede al patto del Nazareno, di sostenere Renzi anche in questa fase complicata, in cui sarebbe bastato poco per veder ruzzolare la testa del Rottamatore dagli scranni di Palazzo Madama. Ma c’è anche un dato molto sottovalutato che riguarda un punto importante dell’Italicum: al contrario di quello che sostengono molti osservatori forse un po’ pigri, questa legge elettorale conviene eccome a Berlusconi e al suo partito. La questione è tecnica e insieme è politica. Tutti sanno che l’Italicum modificato due giorni fa al Senato con l’emendamento Esposito prevede un premio di maggioranza che scatta per le liste che superano il 40 per cento al primo turno o che vincono il ballottaggio. Chi arriva per primo ha il 54 per cento dei seggi alla Camera, ovvero 340. Di questi, cento sono eletti in quanto capilista, gli altri 240 sono eletti a seconda di chi prende più preferenze all’interno della lista. Nonostante la buona volontà, lo scenario della vittoria al momento appare remoto per il partito di Berlusconi, e dunque occorre capire che cosa succede a chi arriva secondo. Qui le cose si fanno interessanti.

 

Che cosa succede se la lista di Berlusconi arriva seconda? Nulla vieta, naturalmente, che la lista futura del centrodestra si apra a tutti i partiti che gravitano attorno a Forza Italia, Ncd in primis (che ovviamente in prospettiva tornerà da dove era partito). E nulla vieta che un partito, diciamo così, moderato, distante dalla Lega, possa avere la possibilità di giocarsela con la futura lista del Pd. Difficile ma può succedere. Non dovesse accadere, però, l’Italicum prevede per il secondo arrivato un sistema praticamente perfetto per Berlusconi. L’assegnazione dei seggi funzionerà così: fatto cento il numero di posti alla Camera, il primo arrivato avrà il 54 per cento di questi posti. Il secondo arrivato avrà invece una somma di seggi frutto di una sottrazione elementare: al rimanente 46 per cento dei seggi (100 meno 54) vanno tolti i seggi assegnati ai partiti che hanno superato il 3 per cento: tutto il resto va alla lista seconda arrivata. Il dettaglio importante è che la ripartizione dei seggi per i secondi prevede che i parlamentari che verranno eletti saranno solo i capilista, e quasi nessuno con le preferenze. I calcoli, volendo, sono anche più precisi, e li hanno commissionati ai tecnici di Palazzo Madama i senatori Pd Gotor e Fornaro, proprio la scorsa settimana. Primi arrivati al ballottaggio: 100 capilista bloccati più 240 preferenze. Secondi arrivati: 97 parlamentari, tutti bloccati. Terzi: 70 parlamentari, tutti bloccati. Quarti: 60 parlamentari, tutti bloccati. Rapporto completo: 377 bloccati (61,1 per cento degli eletti) e 240 (38,9 per cento) eletti con preferenze. Al momento, lo scenario di un ballottaggio preoccupa Forza Italia, perché, dicono i sondaggi, il 5 stelle è ancora il secondo partito. La prospettiva della lista però incoraggerà i piccoli partiti che si sentono parte del centrodestra a convergere in un nuovo contenitore. E per questo nei ragionamenti di Berlusconi ce n’è uno che suona così: quando sarà, al ballottaggio ci arriviamo noi, non ci arriva la Lega, e quando saremo al ballottaggio, se la Lega non sarà nella nostra lista, ci prenderemo gratis i voti della Lega. Scenari e ragionamenti lontani, certo. Ma chi pensa che Berlusconi abbia fatto chissà quale sacrificio ad appoggiare le modifiche all’Italicum o non conosce la legge o non conosce Berlusconi…

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.