Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio (foto LaPresse)

Delrio contro la minoranza Pd: "Se vogliono il voto lo dicano"

Redazione

D'Alema critica il sottosegretario, mentre in commissione al Senato l'opposizione cerca di bloccare la riforma elettorale con 12 mila emendamenti. Renzi da Ankara tranquillizza: "Non si vota nel 2015".

Ieri la duplice sconfitta in commissione Affari costituzionali alla Camera sulla riforma del Senato causato anche dalla minoranza del partito al governo, oggi l'ostruzionismo in commissione al Senato sulla legge elettorale con circa 12 mila emendamenti depositati dall'opposizione, 10 mila dei quali presentati dalla Lega Nord. Il processo riformatore del governo Renzi subisce un rallentamento e dai banchi del governo arriva un avviso alle minoranze del Pd. Ci pensa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a strigliare i frondisti: "Se la minoranza del Pd vuole andare a votare lo dica. Noi vogliamo continuare e arrivare fino al 2018. Gli incidenti parlamentari possono anche capitare - ha continuato il braccio destro del premier - ma quello che è successo ieri non esiste. C'è un accordo, il governo è impegnato ad andare avanti con il programma, basta segnali di vecchia politica".

 

Lo sfogo di Delrio non è piaciuto però a Massimo D'Alema. "È stupefacente che una persona ragionevole come il sottosegretario Delrio, nel giorno in cui escono i dati della produzione industriale con l'ennesimo segno meno a conferma della gravità della crisi del nostro Paese, non trovi di meglio che minacciare i parlamentari", ha scritto in una nota. "Delrio dovrebbe sapere che le riforme costituzionali sono materia squisitamente parlamentare e che i deputati e i senatori hanno il diritto e il dovere di cercare di migliorare testi che restano contraddittori e mal congegnati malgrado il notevole impegno della relatrice".

 

"Per quel che mi riguarda la legislatura finisce nel febbraio del 2018". Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso di una conferenza stampa al termine dell'incontro con il Primo ministro della Repubblica di Turchia, Ahmet Davutoglu. Il presidente del Consiglio ha aggiunto: "L'Italia é impegnata in un cammino di riforme molto importanti: le riforme stanno marciando, ci sono talvolta incidenti di percorso. Ieri ad esempio é accaduto su un emendamento in commissione Affari costituzionali alla Camera, recupereremo in Aula perche non é possibile" arrivare a "soluzioni pasticciate".