Samantha Cristoforetti (foto LaPresse)

Senonoraquando su Marte

Redazione

Un editoriale sulla prima astronauta italiana ad andare nello spazio? Che palle. Meglio occuparsi di tutti quei noiosoni corretti che vorrebbero farla diventare la nuova icona a buon mercato del neofemminismo, ambasciatrice (della dittatura) del gender equality.

Un editoriale sulla prima astronauta italiana ad andare nello spazio? Che palle. Meglio occuparsi di tutti quei noiosoni corretti che vorrebbero farla diventare la nuova icona a buon mercato del neofemminismo, ambasciatrice (della dittatura) del gender equality, simbolo del movimento peggiorista per cui “mentre lei volava gli altri guardavano il derby Milan-Inter”. Intesi i retrogradi. Da qualche giorno sui social network è tutto un lamento perché mentre la “nostra Samantha” (alias il capitano Cristoforetti) volava verso la Stazione spaziale la tv era molto occupata a dare conto del derby e degli accordi sulla legge elettorale. Il lancio di una navetta spaziale è un evento affascinante, certo, ma trasmettere a reti unificate quei nove minuti, modello nordcoreano, avrebbe forse ricordato la propaganda della corsa allo spazio durante la Guerra fredda, o quantomeno la tv monoscopio in bianco e nero più che le conquiste scientifiche del paese.

 

Affidiamo a internet le lagne, vediamo le serie tv e scarichiamo la musica, ma la rete è lì anche per soddisfare il desiderio di guardare le sei ore di volo notturno della navetta Soyuz (decine i canali che lo hanno trasmesso in streaming, e RaiNews24 ha fatto una diretta di un’ora). Sempre sui social, si dibatte su alcuni commenti sessisti trovati in rete, tipo: “Una donna saprà parcheggiare nello spazio?”. Scandalo per le senonoraquandiste, pronte a sventolare la bandiera del pol.corr. contro chi osa ridere di una cosa seria come la parità di genere. Pare che durante un fuorionda, mentre veniva intervistata da un noto canale all news italiano, il capitano Cristoforetti abbia ripreso l’intervistatore dicendo qualcosa come: “Se mi fai un’altra domanda sulla questione di genere, me ne vado”. Questo fa un capitano dell’Aeronautica prestata all’aerospazio. Studia, pilota aerei, si prepara. Si scoccia se qualcuno vuole farla diventare qualcosa che non è.

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