Bruno Le Maire (foto AP)

Il guastafeste

Mauro Zanon

Bruno Le Maire è l’outsider nella corsa dell’Ump, Sarkozy finge di ignorarlo e ironizza su “quel libro”.

Parigi. “Sono sincero, penso che la vittoria sia a portata di mano perché i militanti hanno capito l’importanza della posta in palio di questo scrutinio. Vogliamo mantenere l’Ump e rinnovarlo, o eliminarlo come vuole Sarkozy?”. E’ un Bruno Le Maire convinto delle sue possibilità di guastare la festa all’ex capo di stato, domani alle elezioni per la presidenza dell’Ump. Certo, un tantino sognatore quando parla di “ambizione nazionale” in prospettiva 2017, ma comunque consapevole di indossare i panni dell’outsider che può creare la sorpresa alle elezioni che segneranno, a prescindere dal risultato, una svolta decisiva per la destra francese. Le Maire è nato e cresciuto in una famiglia cattolica e gollista di Neuilly-sur-Seine, sobborgo chic di Parigi e soprattutto roccaforte sarkozista da più di trent’anni. Ha frequentato le scuole giuste, compresa l’immancabile Ena, e sotto l’ala protettrice dell’ex premier Dominique de Villepin ha fatto i passi più grandi. Prima consigliere speciale a Matignon, poi segretario di stato agli Affari europei, e infine, staccatosi dal suo mentore, ministro dell’Agricoltura quando Sarkozy era all’Eliseo. Ma dietro il tecnocrate ambizioso, il macinatore di numeri, l’“arrangeur”, come lo soprannominavano i più maligni, si è nascosto un animo letterario, con l’amore per la poesia e la lirica. A vent’anni, sotto pseudonimo, scriveva romanzetti per le edizioni Harlequin, e la passione per la scrittura non l’ha mai persa. Tuttavia, il mélange insieme intrigante e misterioso di tecnocrate romantico che ha fatto la tesi di laurea su Proust è svanito con quel libro di cui si parla ancora nei salotti del Tout-Paris e suscita perfidie e risolini: “Le Ministre”, dove Le Maire, diciamo così, si spinge un po’ troppo in là nel descrivere l’intimità con la moglie. Ma al di là dei suoi tentativi letterari – Sarko, qualche tempo fa, disse che “i libri di quel poveretto (Le Maire, ndr) non li legge nessuno, tranne quello in cui si masturba” – la sua campagna, avviata due anni fa, all’indomani dello scontro per la leadership del partito tra François Fillon e Jean-François Copé, sta portando i frutti sperati.

 

E ora i giovani dell’Ump, delusi dall’ex capo di stato, sono tutti con lui. Sarkozy, all’incubo di farsi detronizzare dal suo ex ministro dell’Agricoltura, non ci vuole nemmeno pensare. E infatti prepara già il post elezioni e l’Ump che sarà. Sempre se si chiamerà così. Perché secondo quanto spifferato ieri dall’Obs, la nuova grande famiglia della destra repubblicana si riunirebbe sotto il nome di “Le Rassemblement”. Per il momento resta tutto al condizionale, compreso il futuro segretario generale della nuova formazione. “L’ex presidente è titubante – scrive il settimanale di sinistra – Gli piace molto Nathalie Kosciusko-Morizet, che giudica coraggiosa e innovativa. Ed è la sua ala sinistra. Apprezza la professionalità di Laurent Wauquiez, la sua ala destra, ma non si fida del tutto”. Entrambi, secondo Sarko, non avrebbero né il carisma, né la forza per essere “rassembleur”. Un sondaggio dell’Istituto Odoxa, pubblicato martedì dal settimanale Express, mostra che il 45 per cento dei francesi riconosce a Bruno Le Maire il merito di aver condotto finora la miglior campagna per la presidenza della destra repubblicana, davanti a Sarko, arenato al 40 per cento, e a Hervé Mariton, più spettatore che vero candidato, fermo all’11.

 

Vuoi vedere che “quel coglione” che ha “fatto ministro” – Sarkozy su Le Maire, fonte Canard Enchaîné – gli farà veramente un brutto scherzo per la presidenza? Fino a due mesi, si parlava di plebiscito per l’ex presidente della Repubblica. Poi Sarko ha iniziato la campagna in giro per la Francia, e si è accorto che le beau temps c’est fini, che i bagni di folla di una volta se li può scordare, e la Sarkozia si è ridotta a un esile clan di fedelissimi. Lui, comunque, pregusta la nuova “rupture”, il “nuovo Ump”, Le Rassemblement, ma il suo ex ministro dell’Agricoltura sogna il colpaccio e grida: “Bruno le renouveau”.

 

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