Marine Le Pen (foto LaPresse)

Putin e la Regina del Sabba no euro

Redazione

I soldi di Mosca alla Le Pen (solo a lei?) urtano le coscienze infelici. Dividere l’Europa fra cattivi sempre più cattivi e buoni sempre più deboli e allarmati sembra essere il dernier cri del giornalista collettivo.

La Regina del Sabba anti europeo ha un debito da nove milioni di euri con lo Zar delle Russie. E le coscienze infelici dell’occidente non si danno pace. In verità si tratta di un prestito elargito da una banca consanguinea a Vladimir Putin e diretto a Marine Le Pen, ducessa in carica di un Front national sempre considerato in ottima salute pre-elettorale, al punto che la figlia del vecchio e rottamato (da lei) Jean-Marie viene data (e tabuizzata) come concorrente-monstre nella prossima corsa per l’Eliseo.

 

Dividere l’Europa fra cattivi sempre più cattivi e buoni sempre più deboli e allarmati sembra essere il dernier cri del giornalista collettivo. Ma qualcosa di vero c’è, altrimenti il leghista tricolore Matteo Salvini non avrebbe confidato ieri, su Radio24, d’invidiare “profondamente” madame Le Pen: “Purtroppo io di quattrini ne vedo girare pochi. Qualsiasi contributo trasparente lo accetto volentieri”. Mancava soltanto la declamazione del codice Iban per rendere più materica l’opera di autopersuasione politica e finanziaria.

 

[**Video_box_2**]Secondo alcuni dossier di non innocente provenienza – il Foglio ne ha scritto, come altri, settimane fa – la gratitudine preventiva o consuntiva nei confronti di Putin sta diventando un refrain popolare fra i bivacchi di manipoli anti euro. Non sappiamo se l’oro di Mosca abbia ripreso a circolare come ai bei tempi della Guerra fredda, sia pure in scala infinitesimale e a beneficio di minoranze infeconde. Vero è che, nel mezzo della tempesta Ucraina e della frammentazione continentale, s’indovina un disegno strategico sulle rive della Moscova. Con la non banale differenza che stavolta Solidarnosc governa l’Europa e l’America non ha più quattrini da dissipare.