Durante la seduta di ieri, dei fogli di carta sono stati scagliati contro il presidente del Senato Pietro Grasso (foto LaPresse)

Il Jobs act passa ora alla Camera. Renzi: "Andiamo avanti tranquilli"

Redazione

Fiducia nella notte con 165 "sì", 111 "no" e due astensioni. Il premier condanna le proteste in Aula: "Gli italiani sono stanchi delle sceneggiate di alcuni".

Alla fine la fiducia al maxiemendamento sul lavoro presentato dal governo è arrivata nella notte con 165 "sì", 111 "no" e due astensioni. Un voto complicato, giunto al termine di una estenuante discussione in Parlamento caratterizzata più dalle proteste che dai dibattiti. Su tutti, i grillini del Movimento 5 stelle che hanno contestato il provvedimento del governo prima "porgendo" monetine sul banco dei ministri Maria Elena Boschi e Giuliano Poletti e poi scagliando fogli di carta verso la Presidenza sfiorando Pietro Grasso.

 

Sul piano del voto, nonostante l'ampia maggioranza ottenuta dal governo, resta la ferma volontà (finora) della minoranza del Pd di dare battaglia alla Camera per modificare (o "migliorare", come hanno fatto sapere) il documento finale. Così ieri, 35 tra deputati e senatori hanno sottoscritto un documento presentato alla Presidenza in cui venivano evidenziati i punti su cui l'altro ramo del Parlamento, a loro giudizio, dovranno intervenire.

 

"Gli italiani sono stanchi delle sceneggiate di alcuni, ma i senatori ieri hanno fatto un grandissimo passo in avanti", ha commentato il premier Renzi arrivando alla sede del Pd stamane a proposito della fiducia al Jobs act. "Certo rimane l'amarezza per le immagini" dei disordini in Aula. Immagini, ha aggiunto, "molto tristi per i cittadini che si domandano che senso ha". "Ci sono dei senatori che vogliono bene all'Italia e altri che continuano con le sceneggiate che stanno stancando anche i loro elettori", ha aggiunto Renzi. "Continuare a fare le sceneggiate di ieri è un problema soprattutto per loro - ha concluso - noi andiamo avanti tranquilli".

 

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