Giuliano Poletti e Maria Elena Boschi (foto LaPresse)

Jobs act al Senato, 35 dissidenti del Pd presentano un documento

Redazione

Il voto potrebbe essere rimandato a domani. La dem Guerra: "Le minoranze voteranno la fiducia". II grillini fanno sospendere la seduta per le continue interruzioni (e grida) al discorso del ministro Poletti. La Fiom in piazza a Milano. Landini: "Occupiamo le fabbriche".

In attesa del voto decisivo del pomeriggio, che potrebbe essere spostato a domani, la minoranza del Partito democratico ha deciso di votare la fiducia al governo sul jobs act sottoposto oggi al Senato. Lo ha annunciato la senatrice Cecilia Guerra, presentando un documento delle minoranze firmato da 25 senatori e 9 deputati dem con lo scopo, ha detto, di "migliorare ulteriormente" il provvedimento.

 

 

La seduta del Senato, però, è stata interrotta dalle continue proteste dei grillini. Il ministro Poletti ha assicurato in Aula che l'articolo 18 non è l'alfa e l'omega della riforma del lavoro. Ma non ha fatto in tempo a chiudere la frase che dai banchi dei grillini è scoppiata la rivolta, con le grida "Andate a casa". Poi il capogruppo dell'M5s, Vito Petrocelli, ha agitato un foglio bianco. Simbolo, par di capire, della delega in bianco che il governo vorrebbe farsi dare dalla camera alta con un voto di fiducia che, dicono i grillini, sa parecchio di colpo di mano. Il presidente del Senato Piero Grasso ha quindi espulso Petrocelli dall'Aula. Lui ha rifiutato di andarsene. Anzi, i suoi compagni di partito lo hanno circondato per impedire agli inservienti di intervenire e la seduta è stata sospesa, prima di essere ripresa alle 16. "Protestino pure, noi andiamo avanti" fa sapere da Milano il premier. Loro ribattono: "Resistenza!". "Possono contestarci ma la verità vera è che noi questo paese lo cambiamo". E ancora, a margine dell'incontro con la nazionale femminile di pallavolo a Milano, ha aggiunto: "Al Senato porteremo a casa il risultato oggi, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: non molliamo di un centimetro e con tenacia raggiungeremo l'obiettivo". Alla ripresa della seduta, il ministro Poletti ha deciso di non proseguire il suo intervento ma di consegnare un testo scritto alla Presidenza, in questo modo consentendo al ministro Boschi di porre immediatamente la questione di fiducia.

 

A proposito dell'articolo 18 il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha sottolineato come "se c'è una discussione sulla modifica dell'articolo 18 e sul reintegro che è del tutto non ideologico è questa: noi non ci limitiamo a lamentarci del fatto che si sono pochi contratti a tempo indeterminato e troppi precari. Noi agiamo per modificare questa situazione. Semplificazione delle procedure, definizione di un testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali dei rapporto di lavoro". A causa dell'interruzione il ministro non ha potuto aggiungere: "Il governo intende modificare il regime di reintegro, così come previsto dall'articolo 18, eliminandolo per i licenziamenti economici e sostituendolo con un indennizzo economico, crescente con l'anzianità".

 

Intanto, Matteo Renzi, che ieri ha incontrato le parti sociali per parlare della riforma del mercato del lavoro, si è detto fiducioso per il buon esito del voto: "Non temo agguati dal Pd, il partito voterà come sempre". Ma i mal di pancia nelle minoranze restano, tanto che oggi l’ex segretario Pier Luigi Bersani ha sottolineato come la fiducia sia "forzatura", ammettendo comunque che è necessaria "responsabilità e lealtà".

 

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, a margine di un convegno in Campidoglio, ha sottolineato l'urgenza di una riforma che possa far ripartire l'economia: "Credo ci sia una esigenza nel Paese di dare una risposta rapida e immediata, attraverso l'approvazione definitiva, nei tempi più stretti possibili, per poter dare attuazione alla delega".

 

[**Video_box_2**]C'è "l'esigenza di una risposta rapida, immediata, nei tempi più stretti possibili per dare poi attuazione alla delega", ha detto Boschi. Quanto alla sostanza del ddl sul lavoro, per Boschi "si tratta di un buon testo, ci sono alcune modifiche che accolgono i suggerimenti della commissione al Senato, è rimasto l'impianto del governo". Quanto infine a possibili, ulteriori modifiche alla Camera, il ministro ha risposto: "Vedremo oggi in Aula, poi affronteremo il prosieguo in Parlamento".

 

La Fiom in piazza a Milano. Landini: "Occupiamo le febbriche"

 

Di contro, è dura la reazione dei sindacati. "Siamo pronti a occupare le fabbriche, perché ci propongono di abbassare i salari". Lo ha annunciato il segretario generale della Fiom Maurizio Landini durante il corteo di Milano contro il jobs acta e il vertice Ue sul lavoro. "La precarietà - ha aggiunto - non si combatte con i licenziamenti, ma con il tempo indeterminato e con maggiori diritti per tutti".

 

"Questa non è una semplice protesta per dire che esistiamo, ma oggi noi dobbiamo prendere un impegno serio per iniziare una fase di lotta e mobilitazione che proseguirà", ha detto Landini nel discorso al termine del corteo di protesta contro il jobs acta e il vertice Ue sul lavoro, in corso oggi a Milano. "E' evidente che c'è un tentativo in atto per cancellare i diritti usando la crisi. Non siamo coglioni, dobbiamo inventare tutte le forme necessarie per resistere un minuto in più di loro". Secondo Landini, la strategia di Renzi consiste nello spaccare in due il paese. "Vuole contrapporre i vecchi contro i giovani, ma non per dare diritti, semmai per toglierli a tutti. Le proposte di Confindustria sono esattamente quelle che ha adottato il governo", ha concluso il segretario della Fiom.