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Redazione
Il fatto che il gigante svedese degli elettrodomestici, Electrolux, compri la divisione del “bianco” di General Electric, per 3,3 miliardi di dollari in contanti, diventando così il primo venditore al mondo di questi prodotti (con il 40 per cento del mercato americano, alla pari di Whirlpool) non è

Il fatto che il gigante svedese degli elettrodomestici, Electrolux, compri la divisione del “bianco” di General Electric, per 3,3 miliardi di dollari in contanti, diventando così il primo venditore al mondo di questi prodotti (con il 40 per cento del mercato americano, alla pari di Whirlpool) non è una semplice notizia di business. Infatti benché General Electric (Ge) occupasse “solo” il 20 per cento del mercato degli elettrodomestici americani, alla pari della rivale svedese prima dell’operazione annunciata ieri, essa è il simbolo storico del “sogno” americano ed europeo in questo settore, il simbolo della società del benessere prebellica e postbellica e per noi, in Italia, degli anni del “boom” degli anni Cinquanta e Sessanta. Fu Ge a inventare e a vendere la prima lavatrice, il primo essiccatore e il primo tostapane.

 

[**Video_box_2**]Quando l’economista John Kenneth Galbraith, alla fine degli anni Cinquanta, scrisse il suo libro sulla società doviziosa, in cui criticava la nuova società dei consumi deprecando che mentre si espandevano i beni della affluent society non accadeva altrettanto per i consumi pubblici, sul banco degli accusati c’erano le lavastoviglie e i tostapane: beni diffusi in ogni casa americana, assieme ai televisori, che stavano entrando anche nelle nostre abitazioni liberando le casalinghe da fatiche tradizionali e trasformando i loro mariti in “uomini di casa” che le aiutavano nell’utilizzo delle nuove macchine. Le cucine erano diventate angoli elettromeccanici di bianco smaltati.

 

Le lavanderie non erano più lavatoi colmi di donne vocianti, ma saloni austeri con macchine che ronzavano e uomini e donne che le riempivano di gettoni, giravano manopole e armeggiavano con scatole di panni, in silenzio. E Ronald Reagan, da giornalista televisivo, presentava e chiudeva il suo programma di 12 minuti sponsorizzato da Ge con lo slogan “progress is our most important product” (“il nostro prodotto più importante è il progresso”). Il progresso ha portato Ge a trasformarsi da gigante elettromeccanico in gigante elettronico. Le lavatrici e i tostapane adesso non armano più dispute economiche o ideologiche. Il loro mercato è immenso, perché questo tipo di benessere coinvolge man mano tutto il globo mentre l’industria degli Stati Uniti si sposta dai beni materiali a quelli immateriali, da quelli terrestri a quelli dell’etere.            

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