Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi e le riforme. "Decido io, non la Troika, staremo sotto il 3 per cento"

Redazione

In un intervista al Financial Times il presidente del Consiglio rivendica l'autonomia di azione: "L'Italia ha un grande futuro, le finanze sono sotto controllo".

"Sulle riforme decido io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione Europea", Matteo Renzi, intervistato dal Financial Times, continua a dimostrarsi sicuro di portarle a termine e non vuole intromissioni europee, va avanti sulla sua strada, convinto che grazie all'impegno del governo, "porteremo l'Italia fuori dalla crisi: l'Italia ha un grande futuro, le finanze italiane sono sotto controllo e continueremo a ridurre le tasse. Faremo cose rivoluzionarie". L'intenzione è quindi quella di portate a compimento il programma di riforme dei mille giorni e di chiudere il 2014 con il rapporto deficit/pil "al 2,9 per cento, rapporto più alto di quello stimato nel Del (2,6 per cento) ma sotto il paletto Ue del 3%, che è "una regola vecchia, ma è questione di credibilità e reputazione".

 

Riforme quindi, quelle "che l'Italia aspettava da anni", ma soprattutto quelle che Mario Draghi aveva spronato a fare per attrarre gli investitori stranieri: "Questa è la linea anche mia e di Padoan. Siamo d'accordo, nessun problema, ma sono gli Stati a dover indicare alla Commissione via e ricette per venire fuori dalle secche". Visti però i margini ristretti sui conti pubblici, e il rischio che l'intero 2014 si chiuda con il segno meno (ma Renzi conta su una "crescita migliore" nella seconda metà dell'anno), l'attenzione del governo verrà concentrata prima di tutto sulla revisione della spesa. Il rapporto del commissario Carlo Cottarelli è sul tavolo, ma i tagli potrebbero essere fatti indipendentemente dalle indicazioni sulla spending review.

 

Intanto i primi tagli dovranno rendere disponibili le coperture strutturali per rendere permanente il bonus degli 80 euro (servono circa 10 miliardi), e le risorse necessarie a garantire il rispetto del 3% anche il prossimo anno. 16 miliardi è l'obiettivo indicato dal premier e che sarà dettagliato con la legge di bilancio per il 2015.