Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi (Foto Lapresse)

Aria di tregua a Gaza

Rolla Scolari

Oggi Kerry arriva al Cairo da Sisi, mediatore riluttante del cessate il fuoco. La “concorrenza” del Qatar.

Il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi, è stato finora un mediatore riluttante nella crisi di Gaza: Hamas, il gruppo islamista che governa la Striscia oltre quei 12 polverosi chilometri di confine in comune, è una costola fastidiosa dei Fratelli musulmani, da un anno repressi con durezza dal regime del Cairo. Se Hamas è più debole, come vuole Israele, l’Egitto non può che gioirne, ma le pressioni esterne si sono fatte sempre più insistenti e ai propri sostenitori internazionali qualcosa – un cessate il fuoco – andava concesso. Così ieri sera è stato annunciata una tregua proposta dal Cairo a partire da questa mattina, poco prima dell’arrivo del segretario di stato americano, John Kerry, inviato per rafforzare la trattativa già avviata dall’ex premier britannico Tony Blair, in vista sabato. Kerry ha cercato anche l’aiuto della Turchia – che ha contatti con Hamas e un rapporto freddo con Israele, ma che ora ha altri guai ai quali badare tra Siria e Iraq.

 

Secondo il quotidiano israeliano Maariv, sarebbe piuttosto il Qatar il regista delle trattative con Hamas per il cessate il fuoco. Proprio il sospetto che sia Doha l’interlocutore centrale per la fine della crisi ha spinto Sisi a riposizionarsi come paciere, per non farsi rubare il decennale ruolo di mediatore dall’odiato Qatar, paese vicino alla Fratellanza (l’ultimo capitolo del contrasto tra il Cairo e Doha è il carcere per giornalisti della tv del Qatar al Jazeera).

 

Tra le condizioni per una tregua – oltre alla fine del blocco israeliano su Gaza, la liberazione di 56 prigionieri palestinesi rilasciati nel 2012 e riarrestati nelle scorse settimane – c’è la riapertura del valico con l’Egitto. Israele però non vorrebbe tornare all’equazione del 2012 – “calma in cambio di calma” – e secondo Yedioth Ahronoth cercherebbe un accordo internazionale per demilitarizzare la Striscia di Gaza. Mentre si discuteva di una tregua proposta dal Cairo, ieri sono caduti altri razzi su Israele, i morti nei raid israeliani sarebbero già 175 e Tsahal ha annunciato d’aver abbattuto per la prima volta un drone palestinese sul porto di Ashkelon.

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