Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano (Foto La Presse)

Lite tra Alfano e la procura di Bergamo sul presunto assassino di Yara

Redazione

Il procuratore chiede il riserbo e rivendica la presunzione di innocenza per Bossetti. Il ministro in difficoltà prova a difendersi.

E' polemica dopo l'arresto di Massimo Giuseppe Bossetti tra la procura di Bergamo e il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Ieri pomeriggio era stato proprio il capo del Viminale, con un annuncio fuori dalla prassi ordinaria, ad affermare pubblicamente e con una sicurezza che non contemplava alcun dubbio, l'arresto del presunto colpevole: "Le forze dell'ordine, d'intesa con la magistratura, hanno individuato l'assassino di Yara Gambirasio. E' una persona della stessa provincia dove viveva la vittima", aveva dichiarato Alfano.

Oggi sono arrivate le parole del procuratore che si occupa delle indagini sull'omicidio della piccola Yara, Francesco Dettori: "Era intenzione della procura mantenere il massimo riserbo", ha detto, "questa è anche a tutela dell'indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza".

[**Video_box_2**]Anche per il procuratore, quindi, poco conta che le analisi e i riscontri successivi eseguiti sul Dna di Bossetti lo rendano il probabile assassino di Yara. Il ministro dell'Interno ha replicato cercando di non sollevare altre polemiche, in quello che ha definito "un giorno di grandi successi". Ma, ci tiene a precisare Alfano, "non ho divulgato dettagli e non credo che il procuratore ce l'abbia con me, piuttosto si dovrebbe chiedere chi ha inondato il nostro mondo dei mass media di informazioni e dettagli. Certamente non è stato il governo", ha sottolineato, aggiungendo che "l'opinione pubblica aveva diritto di sapere e di essere rassicurata e ha saputo".

La soluzione del caso di Yara Gambirasio è un grande risultato. Ovviamente la presunzione di innocenza vale per tutti http://t.co/wXCM7ga9vE

— Angelino Alfano (@angealfa) 17 Giugno 2014

Una marcia indietro troppo tardiva e che ha messo in grande difficoltà il Viminale. Non è bastato neanche un tweet, contraddittorio per certi versi, condiviso dal ministro stamattina: "La soluzione del caso di Yara Gambirasio è un grande risultato. Ovviamente la presunzione di innocenza vale per tutti".

Il leader del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, non ha così mancato di sottolineare l'impaccio del Viminale. "Il ministro Alfano l'ha fatta grossa", ha scritto su Facebook. "Siamo letteralmente senza parole. E' gravissimo quello che è successo". L'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, sull'intera vicenda, ha invece preferito non sbilanciarsi: "Se avrei fatto lo stesso? Ci ho pensato anch'io. Ma preferisco non commentare".

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