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Milan in vendita? The Cav. will fly again

Maurizio Crippa

Che poi non è che uno compra Adel Taarabt e Adil Rami (Allahu Akbar) così, perché uno dribbla forte e l’altro mena meglio. Che prima o poi la proprietà del Diavolo potesse migrare verso sud, su comodi voli Emirates verso Dubai, si sa da anni. Da quando lo sceicco Mohamed Bin Rashid Al Maktoum, vice-presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, entrò a fare lo sponsor del Milan, dopo essersi già preso lo stadio e l’anima dell’Arsenal. Mai venderemo, giurava il Cav. “Mio padre ci ha trasmesso un’idea, la famiglia Berlusconi non lo venderà mai”, ripetè Barbarella, anche di fronte agli avant’e indrèe degli emissari.

    Che poi non è che uno compra Adel Taarabt e Adil Rami (Allahu Akbar) così, perché uno dribbla forte e l’altro mena meglio. Che prima o poi la proprietà del Diavolo potesse migrare verso sud, su comodi voli Emirates verso Dubai, si sa da anni. Da quando lo sceicco Mohamed Bin Rashid Al Maktoum, vice-presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, entrò a fare lo sponsor del Milan, dopo essersi già preso lo stadio e l’anima dell’Arsenal. Mai venderemo, giurava il Cav. “Mio padre ci ha trasmesso un’idea, la famiglia Berlusconi non lo venderà mai”, ripetè Barbarella, anche di fronte agli avant’e indrèe degli emissari. Così ora che Bloomberg racconta che la banca d’affari Lazard sta sondando per conto del Milan eventuali compratori (e sempre dello sceicco degli Emirati si parla), su una base ipotetica d’acquisto stimata da Forbes 690 milioni di euro (se vendono Abbiati e Balo: sennò il valore dimezza fisso), nulla di nuovo sotto il sole di Sharm dar Milanello, come presto si chiamerà il campetto degli allenamenti. La sede del Milan, del resto, già s’è traslocata in una scheggia di palazzone in ferrovetro di periferia, che sembra un centro commerciale  dell’Oman. E a noi Fratelli Bauscia non resta che chiedersi com’è che la stessa Lazard, a Moratti, gli trovò solo un indonesiano di media stazza economica e con il braccino corto, mentre Berlusconi tratta la buonuscita dal calcio da tycoon a tycoon. Nella (facile) risposta, sta una bella fetta della storia del calcio italiano e dell’Italia tutta recente. Farà un certo effetto vedere la tribuna vips del Milan con il turbante in testa, ma in campo scorreranno fiumi d’oro. Mentre in reibuna dell’Inter ci sarà sempre un sognatore Moratti, e in campo correranno dei risciò di Giacarta. Chapeau. The Cav. will fly again.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"