Ecco, il modello americano è di minoranza combattiva, una risorsa per Francis

Giuliano Ferrara

Non sottovaluterei questo discorso, in Vaticano. Lo leggerei e cercherei di capirlo. Il beato Giovanni Paolo II e Ratzinger (e Ruini) hanno sempre fatto attenzione a quanto accade non solo nella chiesa cattolica degli Stati Uniti, dove i gesuiti hanno emancipato e laicizzato da tempo l’istruzione superiore universitaria, e fanno cose a volte egregie ma assai diverse da quel che fanno i maggiori vescovi diocesani, ma proprio negli Stati Uniti.

    Non sottovaluterei questo discorso, in Vaticano. Lo leggerei e cercherei di capirlo. Il beato Giovanni Paolo II e Ratzinger (e Ruini) hanno sempre fatto attenzione a quanto accade non solo nella chiesa cattolica degli Stati Uniti, dove i gesuiti hanno emancipato e laicizzato da tempo l’istruzione superiore universitaria, e fanno cose a volte egregie ma assai diverse da quel che fanno i maggiori vescovi diocesani, ma proprio negli Stati Uniti.

    Bobby Jindal è un leader cristiano e cattolico più promettente di Obama, che anche lui civettò con la fede, ma solo per inganno, la sua fede è quella del politicamente corretto e della macchina politica di Chicago e delle élites harvardiane. E’ indiano e indù di famiglia, cattolico convertito, grandi scuole anche lui, pelle olivastra, ha 42 anni, una carriera di politico conservatore che, anche lui, fa sognare un suo american dream. Questo discorso è un grande manifesto politico e culturale di laicità, ché in America la laicità è tutto, è jeffersoniana, ma anche di religiosità, ché in America la religiosità è di rigore, da quando il Creatore entrò nella dichiarazione di indipendenza e di striscio nella Costituzione a legittimare il basamento dei diritti umani, eguali e irrinunciabili per ragioni, appunto, divine o creaturali.

    La denuncia di Jindal non è così diversa dalle preoccupazioni che spingono tanti a firmare la lettera rispettosa e caritatevole al Papa Francesco di cui avete letto, leggete e leggerete nel Foglio. Il mondo secolare ha una sua spietatezza, che va sì combattuta con la misericordia e con la ragione intellettuale, due armi di chi crede e di chi ha rispetto per la fede degli altri e per il modo di vita della democrazia occidentale, ma sopra tutto con animo, con spirito, con effusione di sé. Sanità, istruzione, cultura, linguaggio, diritto: vogliono sradicare il cristianesimo, attaccandone le basi, e a questo progetto non si può rispondere soltanto, che è la priorità per i cattolici e i fedeli, con la fede interiore. Ci vuole non già un profilo politico, ma una iniziativa pastorale e di dialogo razionale capace di sovvertire l’ordine dei fattori così come lo imposta la cultura fanatizzata del secolarismo. Jindal è firmatario ad honorem della nostra lettera, insieme a Marco Rubio e altri goodfellas di buona matrice americana.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.