Renzi stana i topini dagli angoli

Giuliano Ferrara

Il professor Alberto Asor Rosa è antropologo e politologo. Antropologo nel senso che fa dell’estraneità e diversità culturale degli avversari tra loro materia di una censura liquidatoria a sfondo moralistico, ai limiti dell’antropofagia. Chiamò nel 2011 i carabinieri, che avevano altro da fare, per rimuovere il presidente eletto Berlusconi con un golpe democratico. Chiama ora la sinistra, sotto la protezione di un lungo ciclo governato da Enrico Letta e dal suo ministero di coalizione con Angelino Alfano, a sbarazzarsi di un leader eletto, Matteo Renzi.

    Il professor Alberto Asor Rosa è antropologo e politologo. Antropologo nel senso che fa dell’estraneità e diversità culturale degli avversari tra loro materia di una censura liquidatoria a sfondo moralistico, ai limiti dell’antropofagia. Chiamò nel 2011 i carabinieri, che avevano altro da fare, per rimuovere il presidente eletto Berlusconi con un golpe democratico. Chiama ora la sinistra, sotto la protezione di un lungo ciclo governato da Enrico Letta e dal suo ministero di coalizione con Angelino Alfano, a sbarazzarsi di un leader eletto, Matteo Renzi, che a giudizio del professore è detestabile in quanto ha un timbro plebiscitario, personale e modernista incompatibile con la visione perbene della società alla quale gli antropologicamente superiori sono affezionati. La sua politologia è semplice.

    Partiti e ideologie sono il bene civile. Ciò che supera gli uni e le altre è il male civile.
    E’ vero che in una Repubblica parlamentare i partiti forti sono una dote decisiva. Nel vecchio proporzionale, oggi tornato in auge per scelta togata, ma senza alcuna legittimazione democratica perché furono gli italiani via referendum a seppellire il proporzionale, i partiti erano forti per idee e organizzazione a quelle idee corrispondente. Nel maggioritario, che certo non ha risolto in vent’anni le questioni decisive che ha affrontato (riforme e governabilità) ma corrisponde all’idea di partiti leggeri a vocazione maggioritaria e di leadership con una responsabile connotazione personale, e postula riforme istituzionali e costituzionali mai varate,  partiti e istituzioni si devono reinventare. Il progetto Renzi è tutto lì, pare. Compresa una continuità strategica con il fenomeno Berlusconi. Che la mobilitazione scismatica a sinistra sia inaugurata da un manifesto ideologico retrogrado e fanatico del professore, è un segno. Ha molti difetti, ma Renzi i topini li sa stanare. 

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.