Vorrei farmi una canna di stato per dimenticare la serietà al governo

Giuliano Ferrara

Quei giocherelloni dell’Economist, parlando con rispetto del 2013, hanno dato la palma all’Uruguay, dove per iniziativa di un presidente fantastico, un ex guerrigliero invecchiato bene che vive senza acqua corrente ed elettricità in un piccolo podere, la marijuana ora la produce lo stato e costa un dollaro al grammo. Sottoscrivo. E osservo che almeno quest’anno un po’ così ci ha dato un elemento mattocchio nell’ordine, come dicono gli intellettuali agguerriti, del simbolico.

    Quei giocherelloni dell’Economist, parlando con rispetto del 2013, hanno dato la palma all’Uruguay, dove per iniziativa di un presidente fantastico, un ex guerrigliero invecchiato bene che vive senza acqua corrente ed elettricità in un piccolo podere, la marijuana ora la produce lo stato e costa un dollaro al grammo. Sottoscrivo. E osservo che almeno quest’anno un po’ così ci ha dato un elemento mattocchio nell’ordine, come dicono gli intellettuali agguerriti, del simbolico. La giacchina da Fonzie di Renzi ha fatto giubilare le masse post comuniste che lo hanno poi plebiscitato. Il Papa che si porta la borsa e a domanda risponde: “C’è il rasoio con il breviario”, è un esempio illustre della desacralizzazione dei segni. Il più illustre. Ma anche il presidente guerrigliero e campesino che attua il programma più liberista e di mercato per combattere il monopolio criminale del traffico di stupefacenti e altre droghe, bè, anche quello si riconoscerà che non è male.

    Vorrei andare a vivere a Punta del Este, per ovvi motivi da spiaggia e per allontanarmi dalla compunzione politica romana fumandomi una canna di stato. Allontanato Berlusconi dal centro della scena, a viva forza e provvisoriamente, si rischia di morire di noia. Enrico Letta è un milleproroghe incarnato, quando alza la voce per dire che qualcosa è inaccettabile tutti dal timbro capiscono che accetterebbe qualunque cosa. Quando dice Europa mi sento vicino a un attacco ipoglicemico. Quando si definisce quarantenne, e avendo vinto la lotteria di Palazzo Chigi dopo la performance stranota di Bersani e su incarico di un venerabile quasi novantenne,  si richiama a una svolta generazionale, impallidisco e mi vengono i brividi per il tedio. Va bene essere a modino. Va bene fare i faticoni della stabilità. Va bene la parte dei commessi viaggiatori a Bruxelles e a Berlino di un paese immobile che sta scivolando, a quanto dicono, verso il diciottesimo posto nel mondo. Va bene il grande progetto della riforma costituzionale, la risciacquatura del già visto e del già sentito spacciata stancamente per alta progettualità repubblicana. Va bene tutto. Ma quella squadretta che comprende tutti quelli che da Berlusconi non hanno mai imparato niente di sapido e di cruciale, i cinque ministri del nulla o poco più, sa di niente, manca di sale e di lievito, è una focaccia mal riuscita e per me indigeribile. Un’ideuzza che sia una non c’è, vattelapesca. La Bonino recupera una gentile signora malamente bistrattata, con sua figlia, dall’ambasciaore kazaco in combutta con il Viminale, e la recupera per una breve photo-opportunity dopo Natale, ma lei, la Shalabayeva, con il suo passaporto centroafricano, smacchiato l’onore nazionale italiano, se ne riparte subito per Ginevra (dove la vita dei profughi costa caruccio) e non vede l’ora di riabbracciare il marito ristretto nelle carceri francesi, il dissidente. Pensate che qualcuno sia stato sfiorato dal sense of humour o da un elemento di ironia? Giusto il cipiglio umanitario della Farnesina, ma prenderla un po’ più bassa, dopo quello che è successo, no?

    Il 2013 resterà l’anno dei mortiferi equivoci nella commedia della politica. Lo streaming di Grillo, la disfatta psicologica e morale di Bersani, quella di Prodi nel voto per il Quirinale, l’intervista del dottor Esposito al Mattino di Napoli, la dissoluzione di Mario Monti in fuga verso il ruolo di indipendente di sinistra nel Pd, e altre bellurie da sbadiglio. Speriamo che l’anno nuovo ci porti un sacco di carbone, sentimenti meno teneri, strategie più saporose e significative di sopravvivenza, se non di riscatto. Letta dice di avere quarant’anni, visto che sta per compierne cinquanta. Renzi dice di averne trenta, visto che sta per compierne quaranta. Ci sentiamo tutti molto giovani e pimpanti, di questi tempi, e aspettiamo pazienti che si produca qualcosa di negativo, di cattivo, di perfido persino, capace di riscattarci dalle infinite e mielose bontà di un anno da dimenticare. La serietà al governo, per quel che produce, ha già rotto i coglioni agli italiani. Sappiatelo.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.