
Ordine, dall'abolizione all'autoimplosione
"Albi di giornalisti! Idea da pedanti, da falsi professori, da giornalisti mancati, da gente vogliosa di impedire altrui di pensare colla propria testa. Giornalisti sono tutti coloro che hanno qualcosa da dire o che semplicemente sentono di poter dire meglio o presentar meglio la stessa idea che gli altri dicono o presentano male”. Luigi Einaudi lo scrisse nel 1945, nel mezzo di riflessioni ancor più radicali e profetiche su quei lacci e lacciuoli che nei decenni successivi hanno imbalsamato cervelli umani e spiriti animali nel nostro paese.
"Albi di giornalisti! Idea da pedanti, da falsi professori, da giornalisti mancati, da gente vogliosa di impedire altrui di pensare colla propria testa. Giornalisti sono tutti coloro che hanno qualcosa da dire o che semplicemente sentono di poter dire meglio o presentar meglio la stessa idea che gli altri dicono o presentano male”. Luigi Einaudi lo scrisse nel 1945, nel mezzo di riflessioni ancor più radicali e profetiche su quei lacci e lacciuoli che nei decenni successivi hanno imbalsamato cervelli umani e spiriti animali nel nostro paese. Tuttavia è evidente che stare seduti sulle spalle di giganti non ha mai impedito al dibattito pubblico e mediatico italiano di volare a bassa quota. Non ci risparmiamo quasi nulla, comprese le polemiche risibili sulla bocciatura di Giulia Innocenzi all’esame per avere il tesserino da “giornalista professionista”. Sia chiaro: Innocenzi giornalista lo è già oggi, o meglio da cinque anni e con successo di audience (a fianco di Michele Santoro), eppure non lo sarà per l’Ordine nei prossimi mesi (sarà promossa a un secondo tentativo, come altri illustri pubblicisti prima di lei, e senza far torto ai bravissimi che l’esame lo superano al primo colpo). Giornalista senza bollino, insomma. Ma occorre davvero questo bollino, con annessi balzelli per sostenere economicamente i bollinatori? No. E’ giudicato inutile in tutto il mondo libero, tranne che da noi. Al punto che in queste ore perfino Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, su Facebook si è lasciato andare: “Il Presidente dell’Ordine non dovrebbe dirlo: ma non è il tesserino che fa di una persona un giornalista”. Per un paese che si crogiola nell’immobilismo, sarebbe troppo temerario chiedere l’abolizione dell’albo. Ma noi ci accontentiamo dell’evidente implosione: presidente Iacopino, ci aiuta a certificarla?


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