(Un governo tra parentesi)

Giuliano Ferrara

Non poteva che finire così, con una fucilazione nella schiena di Berlusconi decretata in un clima di paura della libertà di coscienza, questa signorina alla quale tutti la chiedono, perfino il signor Papa e il signor Scalfari, e che la dà quasi sempre. E’ l’effetto della pacificazione del governo tra parentesi. Il governo (tra parentesi) è una buggeratura surreale che gli elettori di sinistra frou frou si meritano, noi no.

Cerasa Un congresso tra virgolette

    Non poteva che finire così, con una fucilazione nella schiena di Berlusconi decretata in un clima di paura della libertà di coscienza, questa signorina alla quale tutti la chiedono, perfino il signor Papa e il signor Scalfari, e che la dà quasi sempre. E’ l’effetto della pacificazione del governo tra parentesi. Il governo (tra parentesi) è una buggeratura surreale che gli elettori di sinistra frou frou si meritano, noi no.

    Cade Berlusconi nel novembre del 2011. Poi dopo un anno tecnico, si vota. Bersani non prende la maggioranza al Senato perché è l’uomo più noioso del mondo e Berlusconi è un fulmine elettorale di guerra e Grillo spariglia. Bersani si fa catturare dalla vanità e va a sbattere contro il muro dopo un paio di mesi di melina ridicola, di franchi tiratori che impallinano i suoi candidati eccetera. Si dimette, e secondo il primo suggerimento di Berlusconi viene rieletto Napolitano, una prima volta di spessore spettacolare, e si fa, sempre su suggerimento del vero vincitore delle elezioni, un governo di larga coalizione. Tra parentesi è nominato presidente il numero due del partito, Enrico Letta.

    Letta provvede subito a dire che non è il governo dei suoi sogni, che non vede l’ora di guidare i suoi in un bello scontro bipolare, e si mette tra parentesi alla Festa dell’Unità o come si chiama adesso, a Genova. Matteo Renzi sta per prendersi la sigla del Pd, che però gli ripugna tanto che non la esibisce alla Leopolda, e la sua piattaforma ha un solo vero contenuto politico a parte l’ansia giovanilistica e qualche buona idea e molta fuffa, andare oltre il governo tra parentesi, cioè fare le elezioni e candidarsi a premier. Ieri su Raitre anche Gianni Cuperlo, il competitore di Matteo, dice che il governo è una parentesi tra due parentesi. Così siamo belli e turlupinati e il governo senza contenuti ci conta i soldi in tasca, letteralmente, mentre cerca di tenersi dritto, in equilibrio tra due parentesi, con l’uso di alcuni punti e virgola (;) berlusconiani a cui la parentesi piace comoda e larga.

    Hanno tutti tradito Napolitano, spero questo sia chiaro anche ai falchi e falchetti dell’entourage di Berlusconi. Anche Napolitano avrà tradito un po’ se stesso, ma se fucilano nella schiena l’Arcinemico a voto palese, mentre cercano di portare anche lui alla sbarra del rito palermitano, con il contributo di quel maestro del diritto che si chiama presidente Grasso, cosa volete che faccia il povr’omm?
    La direttiva presidenziale era chiara: create un nuovo clima politico, piegatevi al principio di realtà, smettetela di giocare con il fuoco, datevi da fare, e alla fine riformate la giustizia e varate un’amnistia spettacolare. Tutto questo è stato messo tra parentesi in nome dello stato di diritto, cioè dello stato in cui il diritto di tribunali che condannano Berlusconi e assolvono l’amministratore delegato dell’azienda che farebbe i suoi bravi risparmi fiscali (forse non l’unica in questo paese). Ora il pm e il giudice Esposito vogliono dettare tempi e ruolino di marcia dell’eliminazione dalla politica del re della politica degli ultimi vent’anni, uno che ancora ha un consenso rilevante, e comunque decisivo anche per mettere un governo tra le sue belle parentesi.

    Cosa volete che faccia, a parte lo scudo per i mozzorecchi, un esecutivo il cui capo dice che la questione dell’espulsione dal Parlamento del suo creatore politico, il Cav., non lo riguarda? I famosi passettini di Enrico. E cosa volete che faccia il Cav. se non impermalirsi, preoccuparsi e dare un calcio al tavolo traballante, da seduta spiritica, con  il quale gli illusionisti vogliono reggere il moccolo ai suoi fucilatori, tutta gente che sta da tempo fuori delle parentesi? Farsi prendere per fessi, va bene, può essere un aspetto della politica italiana e di altre politiche, ma così no.

    Cerasa Un congresso tra virgolette

     

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.