
I nostri cari auguri al Papa
Ieri nella omelia di Santa Marta, il breve discorso evangelico del mattino nella sua residenza Vaticana, Francesco si è scatenato contro gli ideologi, i moralisti, gli eticisti, coloro che mettono le idee, un tentativo di interpretazione razionale in dialettica con la fede, e magari la dottrina cattolica intesa rigidamente o rigorosamente, al posto della preghiera e della misericordia del cuore che provengono direttamente da Cristo, oggetto del credere e garante che il credere sia un credere del cuore, relativizzabile al soggetto che sente cum ecclesia ma non razionalizzabile nello spazio del discorso pubblico.
Al direttore - Ci sono almeno tre papi regnanti: c’è il Papa buono, che abbatte la dottrina a colpi di buoni sentimenti, un Papa piacente; c’è un Papa cattivo che smonta tutto ciò che di grande fece il predecessore, la messa in latino, i paramenti sacri, la tradizione; e poi c’è il Papa che parla ai cattolici e al mondo, con parole semplici, cose antiche e molto cristiane riaffermando continuamente il nocciolo del cristianesimo, Cristo stesso. In un libro terribilmente profetico, “I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo”, il filosofo russo Soloviev descrive l’epilogo della storia con il dialogo tra l’Anticristo e l’ultimo sparuto gruppo di cristiani che non intendono omaggiarlo. E restano attaccati al loro credo che è Cristo stesso, più grande di tutta la grandezza che il cristianesimo ha portato alla storia: il pensiero, la filosofia, l’arte, la tradizione. Cristo è il centro della predicazione di Francesco, non c’è una scelta mediatica in questo, c’è piuttosto la coscienza che solo Cristo converte e attrae, occorre solo guardarlo. Con stima.
Carlo Maria Acerbi
Ieri nella omelia di Santa Marta, il breve discorso evangelico del mattino nella sua residenza Vaticana, Francesco si è scatenato contro gli ideologi, i moralisti, gli eticisti, coloro che mettono le idee, un tentativo di interpretazione razionale in dialettica con la fede, e magari la dottrina cattolica intesa rigidamente o rigorosamente, al posto della preghiera e della misericordia del cuore che provengono direttamente da Cristo, oggetto del credere e garante che il credere sia un credere del cuore, relativizzabile al soggetto che sente cum ecclesia ma non razionalizzabile nello spazio del discorso pubblico. Dico “scatenato” perché il Papa è un grande predicatore, sa improvvisare con accenti cinquecenteschi sui versetti di Luca, ha un potere di persuasione che esercita senza scrupoli contro ciò che considera le “false ideologie cristiane”. Invita a pregare dal profondo della coscienza cristiana e fedele, in un modo che sembra implicare la rinuncia al pensare, al dubitare o di converso all’ottemperare a un pensiero codificato nei secoli da filosofia e teologia. Pensa così di salvare la chiesa come libera associazione di moltitudini credenti, che non interferisce con l’uomo contemporaneo e ne rispetta le scelte di coscienza. Molti cari auguri.


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