Aprire le frontiere o chiuderle

Giuliano Ferrara

Mentre si vivono nuove angosce, mentre cinquecento povericristi vengono salvati e altri duecento nuotano nel mare a settanta miglia da Malta, e avanza lo spettro di una nuova strage per acqua, quando le bare di centinaia di adulti e bambini se ne stanno lì nell’isola a dormire in attesa di funerali di stato che non si riesce a organizzare, ecco che si ripropone il dilemma tra demagogia e morale. Il partito del cinismo fazioso se la prende con la Bossi-Fini e fa passerella con gli appelli cercando di insinuare il dubbio che siano quei codicilli i responsabili del disastro.

Ferrara La morte per acqua e l’ipocrisia: aprire le frontiere

    Mentre si vivono nuove angosce, mentre cinquecento povericristi vengono salvati e altri duecento nuotano nel mare a settanta miglia da Malta, e avanza lo spettro di una nuova strage per acqua, quando le bare di centinaia di adulti e bambini se ne stanno lì nell’isola a dormire in attesa di funerali di stato che non si riesce a organizzare, ecco che si ripropone il dilemma tra demagogia e morale. Il partito del cinismo fazioso se la prende con la Bossi-Fini e fa passerella con gli appelli cercando di insinuare il dubbio che siano quei codicilli i responsabili del disastro. Il capo della Croce Rossa, giustamente, si domanda se non sia il caso di aprire un corridoio umanitario, cioè aprire le frontiere e assumersi responsabilità drammatiche ma irrecusabili nel quadro di un’emergenza mediterranea ed europea. Probabilmente la storia e la geografia hanno già deciso per noi, e non c’è più niente da fare. Bisogna avere il coraggio di dirsi che quella dell’emigrazione selvaggia, così tremendamente diversa dall’emigrazione europea di primo Novecento, è una tragedia post coloniale senza soluzione negli schemi umanitari classici. L’altra possibilità, chiuderle davvero, le frontiere, ed ermeticamente, è un flaus vocis, visto che alla logica politica dell’imperium abbiamo sostituito, in Europa e nel mondo occidentale, la triste banalità delle isole pedonali. Quello che è criminale è tenere le frontiere mezze aperte e mezze chiuse. Attirare sempre nuovi traffici di uomini, donne e bambini, promettendo soccorso e accoglienza, definendo la frontiera della clandestinità migratoria come quel braccio di mare superato il quale si è salvi dall’inferno da cui si fugge, posto che si riesca a sbrigarsela con i mezzi e le bagnarole della linea marittima di immigrazione low cost. I povericristi spesso non ce la fanno.

    Ferrara La morte per acqua e l’ipocrisia: aprire le frontiere

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.