Il caso Brunetta

Giuliano Ferrara

Combina il sindacato ispettivo, cioè le interpellanze parlamentari, con la funzione surrogatoria di regolatore dell’etere e con quella di critico televisivo supplente, quando il professore è in vacanza. Il manifesto di Renato Brunetta sulla controinformazione politica, pubblicato ieri in questo foglio, era anche ironico, autoironico, scritto per il lettore effettivo e non per la solita ipostasi di un pubblico della politica appeso come i caciocavalli. Complimenti. Brunetta è un caso, e non solo per i suoi successi sulla tassa cancellata in capo alla prima casa. Ha uno staff efficiente, che lo informa con competenza. Scrive bene, ha l’aria di un parlamentare che si diverte a fare il suo mestiere.

Brunetta Inchiestina (con slide) sulla banda Fazio e sul marchettificio di “Che tempo che fa” - Con 63 righe di grottesco copia-incolla la Rai si ingoia la par condicio - Fenomenologia del palinsesto mattutino di RaiTre, tra “Agorà” e “Brontolo” - La sberla che l’Agcom ha rifilato al Tg3 e che Gubitosi non vuole vedere - Il doping informativo che ha trasformato i Tgr in un regime sinistro - L’AgCom ha rotto il tabù del pluralismo che non c’è (ma tutto tace…)Merlo Dietro il successo del Cav. sull’Imu c’è la diplomazia dell’estenuante Brunetta

    Combina il sindacato ispettivo, cioè le interpellanze parlamentari, con la funzione surrogatoria di regolatore dell’etere e con quella di critico televisivo supplente, quando il professore è in vacanza. Il manifesto di Renato Brunetta sulla controinformazione politica, pubblicato ieri in questo foglio, era anche ironico, autoironico, scritto per il lettore effettivo e non per la solita ipostasi di un pubblico della politica appeso come i caciocavalli. Complimenti. Brunetta è un caso, e non solo per i suoi successi sulla tassa cancellata in capo alla prima casa. Ha uno staff efficiente, che lo informa con competenza. Scrive bene, ha l’aria di un parlamentare che si diverte a fare il suo mestiere. L’Autorità delle comunicazioni non ha potuto che dargli ragione sul carattere del pluralismo nelle trasmissioni di informazione e intrattenimento.

    La Rai dice che contano medie molto vaghe e generiche, e il suo direttore generale posa in difesa dell’autonomia dei giornalisti, ma l’Authority segue l’onorevole capogruppo e la sua traccia, si occupa necessariamente nelle sue delibere anche delle dimensioni quantitative, delle presenze e degli infiniti trucchi per mascherare l’amico e smascherare il nemico politico del Conduttore Unico delle Coscienze di fronte alla crudele prova della telecamera. Quella di Brunetta sta diventando una battaglia civile interessante e anche appassionante, e tanto più persuasivi appaiono i suoi argomenti, sul filo del sistema che ci siamo costruiti negli anni, tanto più le procedure sottili di censura, insabbiamento e minimizzazione si fanno largo tra gli opinionisti e i critici distratti della vita contemporanea e della sua dimensione virtual-politica. Leoni in difesa della tolleranza e della civiltà delle maniere in giro per le redazioni non ce n’è, come scrive Piero Ostellino, liberale di ferro.

    Unica obiezione. A Brunetta tocca far osservare le regole ai regolatori e imbrigliatori cavillosi della par condicio, gli tocca imporre loro di rispettare quella gabbia per matti che è il loro stesso sistema culturale e mentale. Una tv privata non incorrerebbe in questi guasti, e anche il pluralismo giustamente invocato sarebbe meno di tono sovietico, sebbene resti il male minore da imporre a quelli che di regole vivono solo per trasgredirle a proprio vantaggio.

     

    Brunetta Inchiestina (con slide) sulla banda Fazio e sul marchettificio di “Che tempo che fa” - Con 63 righe di grottesco copia-incolla la Rai si ingoia la par condicio - Fenomenologia del palinsesto mattutino di RaiTre, tra “Agorà” e “Brontolo” - La sberla che l’Agcom ha rifilato al Tg3 e che Gubitosi non vuole vedere - Il doping informativo che ha trasformato i Tgr in un regime sinistro - L’AgCom ha rotto il tabù del pluralismo che non c’è (ma tutto tace…)Merlo Dietro il successo del Cav. sull’Imu c’è la diplomazia dell’estenuante Brunetta

     

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.