
Il caso Brunetta
Combina il sindacato ispettivo, cioè le interpellanze parlamentari, con la funzione surrogatoria di regolatore dell’etere e con quella di critico televisivo supplente, quando il professore è in vacanza. Il manifesto di Renato Brunetta sulla controinformazione politica, pubblicato ieri in questo foglio, era anche ironico, autoironico, scritto per il lettore effettivo e non per la solita ipostasi di un pubblico della politica appeso come i caciocavalli. Complimenti. Brunetta è un caso, e non solo per i suoi successi sulla tassa cancellata in capo alla prima casa. Ha uno staff efficiente, che lo informa con competenza. Scrive bene, ha l’aria di un parlamentare che si diverte a fare il suo mestiere.
Brunetta Inchiestina (con slide) sulla banda Fazio e sul marchettificio di “Che tempo che fa” - Con 63 righe di grottesco copia-incolla la Rai si ingoia la par condicio - Fenomenologia del palinsesto mattutino di RaiTre, tra “Agorà” e “Brontolo” - La sberla che l’Agcom ha rifilato al Tg3 e che Gubitosi non vuole vedere - Il doping informativo che ha trasformato i Tgr in un regime sinistro - L’AgCom ha rotto il tabù del pluralismo che non c’è (ma tutto tace…) - Merlo Dietro il successo del Cav. sull’Imu c’è la diplomazia dell’estenuante Brunetta
Combina il sindacato ispettivo, cioè le interpellanze parlamentari, con la funzione surrogatoria di regolatore dell’etere e con quella di critico televisivo supplente, quando il professore è in vacanza. Il manifesto di Renato Brunetta sulla controinformazione politica, pubblicato ieri in questo foglio, era anche ironico, autoironico, scritto per il lettore effettivo e non per la solita ipostasi di un pubblico della politica appeso come i caciocavalli. Complimenti. Brunetta è un caso, e non solo per i suoi successi sulla tassa cancellata in capo alla prima casa. Ha uno staff efficiente, che lo informa con competenza. Scrive bene, ha l’aria di un parlamentare che si diverte a fare il suo mestiere. L’Autorità delle comunicazioni non ha potuto che dargli ragione sul carattere del pluralismo nelle trasmissioni di informazione e intrattenimento.
La Rai dice che contano medie molto vaghe e generiche, e il suo direttore generale posa in difesa dell’autonomia dei giornalisti, ma l’Authority segue l’onorevole capogruppo e la sua traccia, si occupa necessariamente nelle sue delibere anche delle dimensioni quantitative, delle presenze e degli infiniti trucchi per mascherare l’amico e smascherare il nemico politico del Conduttore Unico delle Coscienze di fronte alla crudele prova della telecamera. Quella di Brunetta sta diventando una battaglia civile interessante e anche appassionante, e tanto più persuasivi appaiono i suoi argomenti, sul filo del sistema che ci siamo costruiti negli anni, tanto più le procedure sottili di censura, insabbiamento e minimizzazione si fanno largo tra gli opinionisti e i critici distratti della vita contemporanea e della sua dimensione virtual-politica. Leoni in difesa della tolleranza e della civiltà delle maniere in giro per le redazioni non ce n’è, come scrive Piero Ostellino, liberale di ferro.
Unica obiezione. A Brunetta tocca far osservare le regole ai regolatori e imbrigliatori cavillosi della par condicio, gli tocca imporre loro di rispettare quella gabbia per matti che è il loro stesso sistema culturale e mentale. Una tv privata non incorrerebbe in questi guasti, e anche il pluralismo giustamente invocato sarebbe meno di tono sovietico, sebbene resti il male minore da imporre a quelli che di regole vivono solo per trasgredirle a proprio vantaggio.
Brunetta Inchiestina (con slide) sulla banda Fazio e sul marchettificio di “Che tempo che fa” - Con 63 righe di grottesco copia-incolla la Rai si ingoia la par condicio - Fenomenologia del palinsesto mattutino di RaiTre, tra “Agorà” e “Brontolo” - La sberla che l’Agcom ha rifilato al Tg3 e che Gubitosi non vuole vedere - Il doping informativo che ha trasformato i Tgr in un regime sinistro - L’AgCom ha rotto il tabù del pluralismo che non c’è (ma tutto tace…) - Merlo Dietro il successo del Cav. sull’Imu c’è la diplomazia dell’estenuante Brunetta


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