La grande attesa

Giuliano Ferrara

La grande attesa è in corso. La sentenza. Il futuro confermato o cassato. Tempo sospeso. Ma da vent’anni. Berlusconi non è un eroe romantico, Dio ne guardi. Il suo destino non è segnato. La personalità non ha nulla di superomistico. E’ un supereroe, non un superuomo. Il cattivissimo Hagen distrae Sigfrido segnalandogli un volo di corvi, per pugnalarlo alle spalle; il nostro Batman o Superman non si farà distrarre né dalle colombe né dai falchi. Non prevarranno gli scuri dell’orchestra o gli acuti delle voci wagneriane, sarà come sempre il trionfo del lieto fine.

Merlo Piccole manovre

    La grande attesa è in corso. La sentenza. Il futuro confermato o cassato. Tempo sospeso. Ma da vent’anni. Berlusconi non è un eroe romantico, Dio ne guardi. Il suo destino non è segnato. La personalità non ha nulla di superomistico. E’ un supereroe, non un superuomo. Il cattivissimo Hagen distrae Sigfrido segnalandogli un volo di corvi, per pugnalarlo alle spalle; il nostro Batman o Superman non si farà distrarre né dalle colombe né dai falchi. Non prevarranno gli scuri dell’orchestra o gli acuti delle voci wagneriane, sarà come sempre il trionfo del lieto fine. Anche nei momenti più gravosi, quando si è dovuto fare ricorso alle mutande e al rossetto, non ho mai dubitato dell’happy ending. Per sua e per nostra fortuna, questo non è uno spettacolo tragico, il vecchio, affabile tycoon ha risorse indomabili. Ne ha per sé, e per tutti gli altri. Noi compresi. Compresi i più stupidi tra i suoi nemici.

    L’attesa può finire con una sentenza giusta, che cassa la condanna tagliata sull’inimicizia politica e antropologica, in una città off-limits per la giustizia, almeno per quella decentemente ascrivibile ai reati di un Berlusconi. In quel caso il Cav. girerà la pagina. Possibile anche un rinvio o altre pilaterie. Può arrivare invece una conferma brutale, breve, esigente, spiccia: galera (virtuali le sbarre, a quanto pare, ma non la perdita della libertà personale), espulsione dall’esercizio della sovranità politica, in proprio e per conto di milioni di persone, e in acconto di una ormai lunga e rilevante storia civile. Protestare con veemenza? E’ poco. Mobilitarsi ringhiosi? E’ ancora poco. Sbeffeggiare l’insulto all’intelligenza? Misura minima. E poi?

    Poi c’è Berlusconi. Umori e rabbia cedono il campo allo spirito di Ulisse, callido, prudente fino alla saggezza, sicuro di continuare il viaggio e di arrivare in patria. Nessuno ama questo governo. L’amore ha altre note caratteriali. Ma tutti sanno che è un esecutivo a suo modo eversivo, costruito dall’alleanza segreta di un re del paradosso liberale e di un ex comunista convertito. In nome della realtà, nemica dei facinorosi e dei fanatici. Tutti sanno che il lieto fine per Berlusconi (e per il governo, finché serva) dipende da una circostanza assoluta, non relativizzabile nemmeno con cento sceneggiature di Moretti e mille corsivi di Serra: la condanna del Cav. non vale, è tecnicamente invalida, è come barare al gioco, la coscienza italiana ha già mandato a monte quella partita. L’ex presidente del Consiglio e statista mondiale assai longevo, l’editore della televisione commerciale, il capofazione, l’italiano più celebre e famigerato dai tempi di Cola di Rienzo non teme verdetti di tribunale; può perfino rispettarli alla lettera aspettando dal paese che abita l’antidoto all’infelicità dell’esclusione, del tiro mancino, dell’omicidio giudiziario. Berlusconi ha già vinto, e alla grande. Ora, tra falchi e colombe, bisogna sistemare una pendenza.

    Merlo Piccole manovre

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.