Il dito, la luna e Adele G.

Giuliano Ferrara

E’ demenziale, come scrive Marco Dettaglio, espellere per opinioni contrarie vari grillini, e mettere noi servi del sistema in grado di dire confortevolmente che la casta è meglio del profeta anticasta, se questo si chiama Grillo&Casaleggio. Ma nella follia della rete insediata come tribunale del popolo c’è un metodo, per fortuna meno sanguinario di quello di Stalin o delle Bierre, che dovrebbe essere riconosciuto anche da coloro che come al solito guardano il dito che indica la luna, e non la luna.

    E’ demenziale, come scrive Marco Dettaglio, espellere per opinioni contrarie vari grillini, e mettere noi servi del sistema in grado di dire confortevolmente che la casta è meglio del profeta anticasta, se questo si chiama Grillo&Casaleggio. Ma nella follia della rete insediata come tribunale del popolo c’è un metodo, per fortuna meno sanguinario di quello di Stalin o delle Bierre, che dovrebbe essere riconosciuto anche da coloro che come al solito guardano il dito che indica la luna, e non la luna. Con la sua famigerata dichiarazione, Adele G. ha mandato Grillo affanculo, gli ha attribuito il demerito della sconfitta elettorale senza mezzi termini, e lo ha pesantemente bollato come la zavorra del movimento, che lui tratta con dispregio intollerabile. L’esercito dei soldatini-ciuchi eletti nelle Parlamentarie (ooops!) merita ben altra attenzione che non le villanate di Beppe, sostiene la Adele nazionale, vittima illustre di una infame repressione del libero pensiero.

    L’elemento di metodo comprensibile nel gesto del tribunale del popolo è che il carisma del vaffanculo, alle origini della fortuna di quell’accozzaglia di ammalati mentali e di furbi, è indivisibile. Se tutti ne vogliono un pezzo, obiettivamente è un casino. Uno vale uno, ma il vaffanculo di Beppe è più uguale degli altri, direbbe Orwell. Detto meglio: il profeta e il suo guru hanno promesso di fare piazza pulita, senza distinzioni tra destra e sinistra, in una rivoluzione civile che scuote le istituzioni e chiede la resa di chi le abita da molti anni, di conseguenza è fuori della logica alla quale ha aderito candidandosi chi voglia fare del perbenismo politico corretto la sua bandiera.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.