Il puffo greco e la morale della favola

Giuliano Ferrara

Otto giorni fa il premier greco, Antonis Samaras, ha chiuso per decreto, senza consultare gli alleati di governo, la tv greca. L’ha chiusa per riaprirla solo dopo una severa risrutturazione che tagli sprechi e abnormità di bilancio (10 per cento di share, 600 miliardi di vecchie lire di costo, 2.500 impiegati sottoutilizzati, proliferazione di sinecure territoriali). Il paese è impazzito, ma non è una battaglia di libertà come quella che da noi portò a salvare i puffi della tv commerciale dall’assalto dei pretori di Avellino e del partito Rai del grande Biagione Agnes (per non parlare del referendum sulla pubblicità nei film vinto da Berlusconi a mani basse).

    Otto giorni fa il premier greco, Antonis Samaras, ha chiuso per decreto, senza consultare gli alleati di governo, la tv greca. L’ha chiusa per riaprirla solo dopo una severa risrutturazione che tagli sprechi e abnormità di bilancio (10 per cento di share, 600 miliardi di vecchie lire di costo, 2.500 impiegati sottoutilizzati, proliferazione di sinecure territoriali). Il paese è impazzito, ma non è una battaglia di libertà come quella che da noi portò a salvare i puffi della tv commerciale dall’assalto dei pretori di Avellino e del partito Rai del grande Biagione Agnes (per non parlare del referendum sulla pubblicità nei film vinto da Berlusconi a mani basse). E’ una battaglia, diciamo così, di solidarietà assistenziale, una forma di populismo costituzionale. Che c’entra la Costituzione? C’entra, perché il Consiglio di stato greco l’ha tirata in ballo per cassare il decreto del governo, e adesso una complicata crisi, su sfondo di scioperi generali e lagne orchestrate dalle orchestre, mette Samaras, tiranno che manda a letto il popolo senza cena televisiva e senza Carosello di stato (le tv private continuano a cercare di far soldi), contro quelli “de sinistra” che scendono nell’agorà in sciopero generale al grido di Radiotre: Viva la cultura, soprattutto nei paesi in cui il pubblico la paga poco e lo stato la rifila come strumento di omologazione e spreco. Vedremo come va a finire. Non siamo fanatici delle privatizzazioni. Se gestita bene, con sobrietà da periodo di crisi, anche la tv di servizio pubblico può avere un senso. Ma non quello di ingannare e ingannarsi con conti sballati che alterano mercato, concorrenza e buona amministrazione del denaro pubblico. Samaras troverà forse un compromesso, ma intanto il trauma decisionista che ha inferto a un paese proclive all’imbroglio dei numeri è benedetto, sacrosanto.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.