That win the best

Il morso di Suárez è l'unico sussulto nella noia mortale del calcio europeo

Jack O'Malley

Ma non vi bastava la Scozia? Da più di un secolo i nostri vicini di casa si divertono a dire di avere un campionato di calcio quando per anni, fino alla scorsa stagione, altro non era che un lungo derby tra Celtic e Rangers inframmezzato da partitelle di allenamento. Poi, certo, c’è la passione, il gioco duro ma corretto, le tifoserie commoventi e quel whisky che in America si sognano. Poi è arrivata la Spagna, con quel torneo estivo spostato nei mesi più freschi denominato Liga di cui già abbiamo tessuto le lodi in passato. Adesso però c’è un’epidemia.

    Londra. Ma non vi bastava la Scozia? Da più di un secolo i nostri vicini di casa si divertono a dire di avere un campionato di calcio quando per anni, fino alla scorsa stagione, altro non era che un lungo derby tra Celtic e Rangers inframmezzato da partitelle di allenamento. Poi, certo, c’è la passione, il gioco duro ma corretto, le tifoserie commoventi e quel whisky che in America si sognano. Poi è arrivata la Spagna, con quel torneo estivo spostato nei mesi più freschi denominato Liga di cui già abbiamo tessuto le lodi in passato. Adesso però c’è un’epidemia: in tutta Europa non c’è più un campionato serio, chi non vince il titolo con almeno cinque giornate di anticipo è un perdente. In Germania la media gol di ogni partita sembra quella di un match giocato dal Torino, in Francia – dove ho scoperto da poco esserci un torneo simile ai campionati professionistici in cui gioca addirittura Ibrahimovic – il Psg domina tra gli sbadigli. E il dramma è che tutto questo ha colpito pure la Premier League, con lo United che porta a casa un altro titolo dopo avere creato il vuoto dietro i suoi tacchetti. Un incubo.

    Ma quando lo sconforto sembra prevalere ecco che come se niente fosse Luis Suárez dà un morso sul braccio a Ivanovic, uno dei gesti più assurdi e inutili della storia del calcio, nel quale evidentemente l’attaccante del Liverpool è in gara soltanto con se stesso. Lo aveva già fatto quando giocava nell’Ajax e l’ha ripetuto in modo ancora più sfacciato questo fine settimana. Fra le tante ipotesi per spiegare il morso ne sceglierei in particolare due: Suárez ha la rabbia e presto il difensore del Chelsea si renderà conto delle drammatiche conseguenze del gesto. Oppure, più probabilmente, l’uruguaiano è un filantropo del calcio, un altruista da celebrare con statue equestri perché vedendoci abbacchiati per la scarsità di emozioni e in preda a una nostalgia pazza delle pazzie di Balotelli ci ha voluto regalare un sussulto di vita. Così il lunedì al pub possiamo dire che è un cretino, che ben gli sta la multa, che dovrebbe stare in ginocchio sui ceci, il Liverpool dovrebbe venderlo alla prima squadra che passa, altro che storie. Ma in fondo al cuore speriamo tutti che torni a mordere difensori innocenti.