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“Porteremo un milione di ebrei nei territori”
Israele dà il benvenuto a Obama con il “governo dei coloni”
All’arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, ad accogliere il presidente americano Barack Obama per la prima volta ieri c’erano anche tre sindaci “coloni”: Benny Kashriel dell’insediamento di Maaleh Adumim (in cui sorge il controverso progetto E1 condannato dalla Casa Bianca), Avi Roeh del consiglio dei settlers e Oded Revivi del municipio di Efrat. Il giornale Haaretz, lanciato già all’attacco del nuovo governo di Benjamin Netanyahu, lo ha ribattezzato “l’esecutivo dei coloni”.
All’arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, ad accogliere il presidente americano Barack Obama per la prima volta ieri c’erano anche tre sindaci “coloni”: Benny Kashriel dell’insediamento di Maaleh Adumim (in cui sorge il controverso progetto E1 condannato dalla Casa Bianca), Avi Roeh del consiglio dei settlers e Oded Revivi del municipio di Efrat. Il giornale Haaretz, lanciato già all’attacco del nuovo governo di Benjamin Netanyahu, lo ha ribattezzato “l’esecutivo dei coloni”.
Il riferimento è all’impressionante numero di cariche strategiche nel nuovo governo Netanyahu finite nelle mani di uomini legati alla destra nazionalista e ai territori amministrati. I tre personaggi chiave che dirigono la diplomazia israeliana sono tutti abitanti delle colonie: Zeev Elkin, vice ministro degli Esteri e autentico reggente del ministero in attesa che torni Avigdor Lieberman, vive in una roulotte nel blocco del Gush Etzion; il nuovo speaker della Knesset, Yuli Edelstein, abita a Neve Daniel, una colonia a sud di Betlemme, e lo stesso ministro degli Esteri Lieberman (per adesso alle prese con i guai giudiziari) ha casa a Nokdim, un insediamento nel deserto della Giudea. Elkin è un sostenitore della “one state solution”, ovvero l’annessione dei Territori. Edelstein, figlio di un pope ortodosso e di madre ebrea, ha speso tre anni nelle carceri sovietiche da refusnik, prima di emigrare in Israele e guidare gli oltranzisti del partito Yisrael Beitenu.
Era il 1994 quando il regista francese Claude Lanzmann girò il film “Tsahal”, dedicato a Israele e al suo esercito. Uno dei personaggi del film si chiamava Uri Ariel, un ragazzone alto e dinoccolato che difendeva la versione dei coloni. Oggi Ariel guida l’Housing Ministry, il ministero degli Alloggi, da sempre feudo degli ultraortodossi e oggi finito nelle mani dei coloni, un ministero strategico in un paese dove il novanta per cento della terra è statale. La Israel Lands Administration è guidata da Benzi Lieberman, già dirigente del consiglio dei coloni, mentre Nissan Slomiansky, del partito Habayit Hayehudi di Naftali Bennett, è il nuovo capo della commissione Finanze della Knesset, che controlla i fondi per le colonie. Lo stesso Bennett, nominato ministro dell’Economia, è l’alleato fondamentale di Netanyahu nella coalizione e il suo piano prevede l’annessione degli insediamenti (come avvenne per il Golan), un’“autonomia” per i palestinesi e la cittadinanza israeliana a cinquantamila arabi che vivono a ridosso delle colonie. La seconda carica della Knesset è stata assegnata ieri a Moshe Feiglin, che alla guida del gruppo “Zu Arzenu” guidò, negli anni Novanta, le accese manifestazioni di protesta contro il governo di Yitzhak Rabin che aveva firmato gli accordi di Oslo con l’Olp. Da un elicottero Feiglin guidava colonne di centinaia di migliaia di dimostranti, al fine di paralizzare il paese. Nel 2005 Feiglin contestò con fischietti l’allora premier Ariel Sharon presentatosi al comitato del Likud per ottenere il via libera al ritiro unilaterale da Gaza. Il ministero della Difesa, che gestisce i Territori e la vita nelle colonie, è guidato da due falchi vicini ai settlers: il generale Moshe Yaalon e il viceministro Danny Danon, autore di un libro in cui propone la “soluzione a tre stati”, in cui i palestinesi non ottengono alcuno stato ma si federano con Egitto o Giordania. Yaalon è contrario a ogni congelamento delle colonie ma sostiene il “nation building” per i palestinesi (sviluppo economico e sociale). La principale voce contro gli insediamenti dentro al governo sarà quella di Tzipi Livni, cui Netanyahu ha affidato il ministero della Giustizia. Il Consiglio dei coloni, all’arrivo di Obama ieri, ha consegnato allo staff del presidente un libro sul futuro roseo degli insediamenti. Si prevede una popolazione ebraica di un milione entro le prossime due generazioni.


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