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La cosa peggiore di Barcellona-Milan è la retorica dopo il novantesimo
La cosa peggiore del 4-0 del Barcellona al Milan non è il risultato in sé – scaramucce tra latini – ma ciò che si è scatenato al fischio finale. Il carro circense blaugrana si è riempito subito, come nemmeno la vostra piazza San Pietro in questi giorni. Si è riempito di nuovo, vorrei dire, dato che quatti quatti in tanti erano scesi, nelle ultime settimane, la lingua ancora affaticata dal tanto leccare degli ultimi anni, dicendo che un ciclo era finito, che il Barcellona non era più la stessa squadra, che Messi era diventato prevedibile e che nessun team, per forte che sia, può durare in eterno.
Londra. La cosa peggiore del 4-0 del Barcellona al Milan non è il risultato in sé – scaramucce tra latini – ma ciò che si è scatenato al fischio finale. Il carro circense blaugrana si è riempito subito, come nemmeno la vostra piazza San Pietro in questi giorni. Si è riempito di nuovo, vorrei dire, dato che quatti quatti in tanti erano scesi, nelle ultime settimane, la lingua ancora affaticata dal tanto leccare degli ultimi anni, dicendo che un ciclo era finito, che il Barcellona non era più la stessa squadra, che Messi era diventato prevedibile e che nessun team, per forte che sia, può durare in eterno. Io già pregustavo tutto questo dal giorno in cui il Barcellona è ufficialmente finito, la sconfitta in Champions League contro il Chelsea dell’anno scorso. Capisco però che servisse qualcosa di epocale, di chiaro agli occhi di tutti. Cosa meglio di un’eliminazione da parte di una squadra che schiera Constant, Mexes, Muntari e Robinho? L’umiliazione sarebbe stata massima, la finzione sarebbe finalmente terminata. Chi sperava tutto ciò, però, non faceva i conti con il Milan, appunto.
Per questo, al novantesimo, siamo stati costretti a riascoltare il campionario completo delle frasi fatte: gli alieni, i mostri, la squadra più forte del mondo anzi forse la squadra più forte della storia del calcio ma che dico la più forte del sistema solare, e altre idiozie. Come nemmeno Bersani con il Pdl, i rossoneri hanno resuscitato un morto che nelle ultime due settimane sembrava l’Inter di Stramaccioni. Speravamo di esserci liberati di loro, dovremo tenerceli ancora. Giornali, tv, Fifa e Uefa li porteranno in giro per un po’, come in quel film degli anni Ottanta in cui due amici se la spassavano nella villa al mare di un amico portandosi appresso il suo cadavere per farlo credere ancora vivo. Troppo macabro? Pensate se avessi parlato del gioco del Milan.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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